L'impianto della discordia

Riscossa Gualtieri: a giorni il bando per costruire il termovalorizzatore

Gianluca De Rosa

E il sindaco ammonisce anche i recalcitranti dentro al Pd: "C'è un partito trasversale del No, ma noi abbiamo fatto la scelta giusta. L'unica vera alternativa era la mega discarica". E adesso per le elezione in Lazio bisognerà vedere cosa faranno Sinistra italiana ed Europa verde

Bisogna dirlo, c’è una certa fretta. Giuseppe Conte utilizza ormai sempre di più l’argomento come una clava politica e anche nel Pd circola una certa insofferenza. “Ne ha fatti di danni questo inceneritore”. Roberto Gualtieri, dunque, si prepara a fare un primo e fondamentale passo in avanti prima che qualcuno, anche dentro il suo partito, possa cambiare idea e pensare di sacrificare l’impianto sull’altare dell’alleanza con i grillini. Nei prossimi giorni il sindaco di Roma convocherà una conferenza stampa in Campidoglio per presentare la manifestazione d’interesse per la realizzazione del nuovo termovalorizzatore della capitale che negli scorsi giorni ha concluso con esito positivo la Valutazione ambientale strategica (Vas). Un bando per trovare il o i partner industriali che realizzeranno il mega impianto da 600mila tonnellate di rifiuti l’anno. Si parla ovviamente di Acea (dove Gualtieri ha nominato ad l’ex numero uno di Cdp Fabrizio Palermo) e della multiutility emiliana Hera. Contestualmente alla gestione dell’impianto le aziende s’impegneranno a garantire gli sbocchi per la spazzatura capitolina negli anni che precederanno il fine lavori.

 

Ieri il sindaco ha avvisato tutti: non si torna indietro. Due giorni fa Conte aveva attaccato il Pd: “Chi propone un termovalorizzatore da 600mila tonnellate è una forza conservatrice della peggior specie”. Gualtieri aveva bollato le dichiarazioni  dell’ex alleato come “demagogia”. Ieri ha ribadito con più forza il concetto: “Chi fa polemica – ha detto – fa finta di non sapere una cosa: se noi non avessimo deciso di realizzare un termovalorizzatore oggi staremmo discutendo della mega discarica di Roma, che era prevista”. Il sindaco ha capito che sulla questione si balla. Giuseppe Conte guarda alle elezioni regionali in Lazio del prossimo febbraio come a un gradino della sua personale scalata al centrosinistra. Se con la guerra in Ucraina il capo grillino ha sottratto al Pd sindacati e associazionismo pacifista, adesso, con il pungolo ecologista, sogna di rubare ai dem gli alleati politici, in particolare Sinistra italiana ed Europa verde, mettendo così da una parte Pd e Terzo polo e dall’altra la nuova sinistra a trazione M5s.  Tutto attraverso parole d’ordine semplice: pace e termovalorizzatore. Una strategia cinica, incurante dei deleteri effetti sulla realtà, ma con una prorompete efficacia comunicativa che i dem soffrono sempre di più. Gualtieri lo sa: c’è un pezzo di Pd che immagina ancora, nonostante tutto, di salvare l’alleanza con il M5s alle prossime elezioni in Regione Lazio sacrificando proprio il termovalorizzatore. “Io – ha detto Gualtieri – so che c’è un partito trasversale a cui piacciono le discariche e i Tmb, una rete di impianti vecchi, inquinanti e spesso opachi. Noi vogliamo invece che la città diventi moderna e pulita”.


Non è un caso che a replicare al sindaco sia stata poco dopo la grillina Roberta Lombardi, assessora uscente della giunta rossogialla che, insieme a una parte di dem, all’alleanza Cocomero e le altri varie microsigle della sinistra cerca di tenere ancora il tavolo aperto: “Gualtieri – ha accusato – non dice che durante la costruzione dell’inceneritore il problema rifiuti di Roma si risolverebbe mandando in ogni caso rifiuti in giro. Non dice inoltre che alla fine di questo periodo scegliendo l’economia circolare avremo impianti che chiuderanno il ciclo senza rovinare l’ambiente, mentre gli inceneritori producono ceneri che vanno smaltite in discarica”. Ma in Campidoglio si tiene la barra dritta. La replica, numeri alla mano, è stata affidata all’assessora all’Ambiente Sabrina Alfonsi: “Lombardi non propone impianti alternativi, non dice con quali tecnologie realizzarli. Non dice che anche realizzando una raccolta differenziata al 65 per cento rimarrebbero comunque più di 600 mila tonnellate di scarti che andrebbero in discarica. Soprattutto non dice come mai i 5 Stelle, al governo a Roma per 5 anni e mezzo, non abbiano messo in piedi questi impianti. Non dice che le tecnologie alternative all’inceneritore sono ancora in fase di sperimentazione, e che questi impianti  trattano quantità risibili rispetto alle esigenze di una metropoli”.