Foto di Mourad Balti Touati, via Ansa 

elezioni regionali

Sala prova a ricucire tra Moratti e Majorino. Parte la (difficile) operazione ticket

Valerio Valentini

Il sindaco di Milano vede e apprezza da una parte lo spirito pragmatico dell'assessore e dall'altra, quella della ex vicepresidente, l'iperattivismo che può creare lo spazio per orizzonti di mediazione

Si muove con discrezione, come si conviene. Ma si muove. Beppe Sala è convinto che si possa ancora trovare “una sintesi”, come dice lui. Ricucire tra Letizia Moratti e Pierfrancesco Majorino, che poi significherebbe conciliare due mondi quasi inconciliabili. Quando Alessia Morani perorò la causa dell’ex ministra berlusconiana, per dire, il gruppo dirigente lombardo insorse. Perfino l’ala riformista si risentì: Lele Fiano usò parole di sdegno.

 

Insomma, a vederla da qui, l’operazione di Sala, creare un ticket tra Moratti e Majorino in vista delle regionali lombarde, pare temeraria fino al punto d’essere scriteriata. E però all’assessora uscente, Sala deve molto, se si pensa all’Expo; e di Majorino Sala conosce – e apprezza – quell’animo pragmatico che, a dispetto delle apparenze, lo rende incline al compromesso assai più di quanto non si pensi, se è vero che nel 2016 fu proprio un accordo tra il futuro sindaco e il suo futuro assessore a convincere quest’ultimo a candidarsi alle primarie, così da rompere il fronte di sinistra.

 

Quanto alla Moratti, è la quintessenza dell’iperattivismo: eventi, incontri, tutta una rete di amicizie e consuetudini col mondo che conta, a Milano e non solo, e anche a sinistra, che possono ridefinire, chissà, orizzonti e prospettive. Piefrancesco Maran, a lungo candidato in pectore del Pd, aveva abbozzato con lei già un’intesa cordiale. Il sindaco di Brescia Emilio Del Bono, altro quasi candidato dem, le ha mandato messaggi di entusiasmo: “Potremmo fare grandi cose”. Potrà risolversi in qualcosa, tutta questa potenziale corrispondenza di sensi, oppure in nulla. Ma Sala, prima di arrendersi al nulla, evidentemente vuole provarci.

  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.