(foto Ansa)

lo scivolone

La nuova versione di Conte sulla guerra in Ucraina: "Non è vero che Putin non vuole la pace"

Redazione

Il capo politico del M5s è intervenuto di nuovo sulla situazione del conflitto, smarcandosi dalla strategia italiana. Poi la difesa: "Chi mi dà del filoputiniano mi diffama"

"La pace va costruita, nessuno ci dica che Putin non la vuole. La pace va costruita giorno dopo giorno". Con queste poche, inequivocabili, parole Giuseppe Conte è ritornato quest'oggi sulla guerra in Ucraina. E dopo aver offerto per mesi l'immagine di un partito schiacciato su posizioni quanto meno ambigue, visto che i grillini sono sempre stati tra i più strenui oppositori dell'invio di armi a Kyiv. adesso torna a cavalcare un certo terzismo che suona un po' come il "non è tutta colpa di Vladimir Putin".

Una dichiarazione rilasciata negli studi di Telelombardia. E che subito ha fatto riandare la memoria all'indietro, alle relazioni che i governi presieduti da Conte intrattennero con il regime russo. Soprattutto per quel che riguarda la missione umanitaria "Dalla Russia con amore", nelle prime settimane dell'emergenza Covid, di cui s'è scoperto l'intento d'intelligence da parte di Mosca. E che quindi ha generato un bel po' di polemiche per il modo in cui venne gestita. "Di tutte le assurdità della campagna elettorale quella di Conte “Non si dica che Putin non vuole la pace” le supera tutte per malafede", è stato il commento della responsabile esteri del Pd Lia Quartapelle. Mentre il deputato dem e membro del Copasir Enrico Borghi ha fatto notare una strana questione di tempismo. "Nemmeno il tempo di incassare il sostegno del noto progressista Donald Trump, ed ecco che il neo-campione del massimalismo italiano corre in soccorso dell’amico Vladimir. “Nessuno dica che Putin non vuole la pace”. Vada a Irpin, a Bucha, a Borodjanka, avvocato…". Il riferimento è agli elogi che l'ex premier ha ricevuto dall'ex presidente americano. Punto su cui il capo del M5s ha risposto: "Ci dobbiamo mettere d'accordo. O sono filoputiniano o sono filostatunitense". 

Conte poi, intervistato dal Corriere, ha anche detto di essere a favore del mantenimento delle sanzioni alla Russia, da questo punto di vista dicendosi contrario a quanto va propagandando Matteo Salvini. "Ero per un inasprimento ma ero anche consapevole che ci avrebbero fatto male. Ancora oggi, che non si stanno rivelando molto efficaci su Putin perché si pensava a mettere in ginocchio l'economia russa e non sta avvenendo, dico che andavano prese e vanno mantenute". Ci ha anche tenuto a specificare che "chi mi definisce filoputiniano mi diffama". Alla luce delle dichiarazioni di oggi forse dovrebbe avercela con se stesso. 

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