Giorgia Meloni si mette le mani nei capelli durante un panel tra i principali leader politici italiani al Forum Ambrosetti (Ansa) 

Perché le sanzioni alla Russia dividono il centrodestra

Alberto Chiumento

Salvini contesta le misure restrittive contro Mosca, Meloni le appoggia e Forza Italia cerca di mediare. Ma le divisioni nella coalizione ci sono anche sulle soluzioni per l'inflazione dei beni energetici

Domenica durante il Forum Ambrosetti a Cernobbio il tema delle sanzioni è stato al centro degli interventi dei leader di centrodestra, che hanno espresso posizioni diverse nonostante il programma di coalizione unitario. 

In precedenza, la discussione sulle sanzioni era avvenuta a distanza, durante i comizi dei singoli leader organizzati dai rispettivi partiti. Ieri invece l'argomento è stato affrontato per la prima volta con tutti gli alleati riuniti insieme: Salvini, Meloni e Tajani hanno infatti partecipato a una tavola rotonda organizzata dalla società di consulenza The European House – Ambrosetti. All'evento, moderato dal direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana, hanno preso parte anche Letta, Conte e Calenda.

 

Aiutandosi con la proiezione di alcune slide, Matteo Salvini ha dedicato quasi tutti i dieci minuti del suo intervento alle sanzioni sulla Russia perchè lo “stimolano”. Il leader della Lega ha messo in dubbio la loro efficacia e la loro utilità: “Sulle sanzioni abbiamo preso una strada sbagliata e ci stiamo facendo male da soli. (…) Mi domando se quanto stiamo facendo serva per fermare la guerra. Questo non vuol dire arrendersi domani ma chiedo che a rimetterci non siano i cittadini e le imprese italiane".

 

Dopo che Salvini ha spiegato la sua opposizione alle sanzioni, il dissenso di Giorgia Meloni nei confronti dell'alleato è stato molto plateale dato che si è portata le mani nei capelli in senso di disaccordo, come prontamente ripreso da molti fotografi. Appena pochi minuti prima infatti, Meloni aveva confermato la necessità di proseguire con le sanzioni e con l'appoggio all'Ucraina anche perchè sono un mezzo per ribadire l'affidabilità italiana a livello internazionale. “Se l'Italia si sfila e volta le spalle agli alleati europei" sul sostegno all'Ucraina e sulle sanzioni alla Russia "per Kyiv non cambia molto, per noi sì" anche perché perderemmo "una postura internazionale credibile".

 

Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia e presente a Cernobbio, ha cercato di rimediare a questa spaccatura tra gli alleati dicendo che “le sanzioni sono state imposte giustamente alla Russia (…), sono inevitabili, e quindi dobbiamo continuare a infliggerle”, ma che per evitare il loro effetto negativo sulle imprese e le famiglie europee è necessario un secondo “Recovery Plan per affrontare tutto ciò che ha provocato la guerra in Ucraina".

 

Sulle sanzioni c'erano già state alcune polemica nella giornata di sabato quando in un evento nelle Marche, e poi su Twitter, Salvini aveva contestato la validità delle sanzioni. “A oggi chi è stato sanzionato sta guadagnando, mentre chi ha messo le sanzioni è in ginocchio. Evidentemente qualcuno in Europa sta sbagliando i conti”. Poco dopo Enrico Letta ha risposto a Salvini scrivendo sempre su Twitter “Credo che Putin non l'avrebbe detta meglio”.

 

 

La distanza tra la Lega e Fratelli d'Italia è visibile anche su un secondo argomento che riguarda le modalità con cui rispondere all'incremento delle bollette pagate da imprese e famiglie. Matteo Salvini da vari giorni infatti domanda al governo uno scostamento di bilancio da oltre 30 miliardi di euro. Giorgia Meloni, invece, ritiene che questo non sia fattibile, che si debba evitare di aumentare l'indebitamento nazionale e che si debba procedere usando le risorse già stanziate.

 

In settimana è atteso un nuovo intervento del governo, che dovrebbe usare circa 10 miliardi di risorse senza ricorrere a nuovo indebitamento per affrontare l'aumento dei costi energetici, dopo il decreto Aiuti e il decreto Aiuti Bis.