(foto Ansa)

La stoccata

Il vice di Salvini attacca Di Maio sulle espulsioni dei diplomatici russi: "La pace non si fa così"

Redazione

Lorenzo Fontana, capo dipartimento Esteri della Lega, se la prende con la decisione della Farnesina: "L'Italia deve lavorare per fare in modo che si risolva il conflitto il prima possibile e al tempo stesso difendere gli interessi del paese". Il ministro: "Provocazioni"

La Lega boccia l'espulsione dall'Italia di trenta diplomatici russi accusati di spionaggio comunicata quest'oggi dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio. E lo fa con le parole di uno dei suoi esponenti di spicco. "La Farnesina avrà fatto le sue valutazioni e siamo certi che i provvedimenti saranno giustificati in modo chiaro e completo", scrive in una nota il vicesegretario del Carroccio Lorenzo Fontana. "Di certo, la storia insegna che la pace si raggiunge con il dialogo e la diplomazia e non espellendo i diplomatici", continua il messaggio. Che appare un attacco piuttosto frontale al ministro grillino e, di converso, all'intero governo. Anche perché poi Fontana aggiunge che "l'Italia deve lavorare per fare in modo che si risolva il conflitto il prima possibile, per salvare e tutelare più civili possibili e al tempo stesso difendere gli interessi del paese". Lasciando intendere che l'esecutivo a guida Draghi, di cui la Lega è parte, non lo stia facendo abbastanza. Tanto che il titolare della Farnesina, in visita istituzionale a Berlino, è costretto a prendere una posizione con i giornalisti che gli chiedono un commento: "Evito di rispondere alle provocazioni", dice. "L'azione del governo italiano mira al raggiungimento della pace. Ci stiamo impegnando in questa direzione ogni giorno. Allo stesso tempo, abbiamo la necessità di tutelare i cittadini italiani. Abbiamo agito, infatti, per questioni di sicurezza nazionale". 

Fontana, ex ministro per gli Affari europei e per le Disabilità nel governo gialloverde, non ha mai nascosto le proprie simpatie filoputiniane. Anche se, come ha spiegato un paio di settimane fa in un'intervista al Foglio, "quello era un altro contesto". E in effetti, prima dello scoppio della guerra, era stato proprio il vicesegretario della Lega a dire di essere d'accordo con l'imposizione di sanzioni alla Russia. Fatto sta che il plenipotenziario leghista è pur sempre quello che ha difeso il lavoro di Marco Tirapelle, diplomatico veronese (come Fontana) che nega l'invasione russa ai danni dell'Ucraina e che lavora nell'Ufficio legislativo della Lega alla Camera. Neanche il tempo, quindi, di darsi un tono moderato, che subito si ricade nella stessa trappola. Le critiche alla Farnesina per le esplusioni dei russi sono solo l'ultima manifestazione di questa tendenza. Che pare oramai irreversibile tra Salvini and friends. 

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