Il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi (foto Ansa)

“La destra vince nei comuni solo se è interclassista”. Parla Biondi, sindaco dell'Aquila

Michele De Feudis

Il primo cittadino meloniano considera un punto di forza “dialogare allo stesso modo con il premier Draghi e con i cittadini sofferenti all’ingresso del Palazzo di città”. E sul flop delle destre nelle ultime amministrative evidenzia l’errore magistrale: “Troppi ritardi nella scelta dei candidati”

“Io parlo allo stesso modo con Mario Draghi e con l’ultimo disperato che mi aspetta fuori alla porta del Comune”: Pierluigi Biondi, sindaco dell’Aquila, meloniano doc, prima di analizzare le sconfitte elettorali del centrodestra nelle grandi città archivia la dicotomia popolo-élite, una volta cardine della retorica sovranista. Classe 1976, cresciuto nel Fronte della Gioventù, giornalista, si è fatto le ossa tra Cnsu e la guida del piccolo borgo di Villa Sant’Angelo. Dal 2017 è primo cittadino del capoluogo regionale, che - specifica - “ha un bilancio pari a quello di una metropoli come Bologna”. Qualcosa non ha funzionato per la coalizione conservatrice a Roma, Napoli, Milano e Torino: il sindaco rileva l’errore magistrale commesso: “La tempistica per un candidato è sempre essenziale: si è registrato troppo ritardo nella scelta degli aspiranti sindaci. Dove avevamo primi cittadini alla ricerca di riconferma, si è riusciti a far pesare il buon governo, come per Pordenone e Trieste”. Non a caso, nei giorni scorsi, Biondi ha ottenuto l’investitura per la ricandidatura - si voterà in primavera - con il via libera di una alleanza ampia, aperta al civismo.

Il municipalismo di destra non ha il vento in poppa, ma Biondi difende il buon governo conservatore: “Nelle classifiche di gradimento nazionali ci sono ai vertici sindaci di centrodestra: da Fioravanti di Ascoli a Bucci di Genova, Brugnaro di Venezia, Pogliese di Catania, Truzzu di Cagliari…”. E declama la sua vocazione postideologica: “Non mi piace l’aggettivo sovranista, usato come una clava da sinistra e ritenuto sinonimo di “fascismo 2.0”. Sono di destra patriottica e pragmatica: per esempio sulla sicurezza i comuni possono fare molto, ma i risultati arrivano quando si trasforma l’allarme, pure giustificato, in consapevolezza che il problema può essere risolto, con il controllo del territorio”. 

Per vincere ci vogliono i voti (anche) della Ztl? “La destra vince se è interclassista, parla con l’operaio e l’imprenditore, limita le disuguaglianze e favorisce la produzione, senza pregiudizi”. Punta molto sull’ecologia: “La transizione ecologica? Sosteniamo le piste ciclabili, incentiviamo l’acquisto di bici elettriche, abbiamo aperto parchi, e inaugurato la casa delle api. E se Pechino ha 385mila bus elettrici, 26 per ogni 100mila abitanti, noi a regime ne avremo 25 per 70mila cittadini…”. Biondi ha conservato la delega per la cultura, tema su cui ha stanziato risorse ingenti: “Abbiamo investito più di tutti negli ultimi quindici anni. E crediamo sulla cultura senza steccati: qui lo scrittore Pietrangelo Buttafuoco dirige il Teatro Stabile d’Abruzzo e ha chiesto a Luciano Violante, tra i padri della Seconda Repubblica, di rileggere la figura di Clitemnestra. Così è nato il monologo del presidente emerito della Camera, rappresentato in tutta Italia”.

Biondi rivendica il suo attivismo istituzionale ai massimi livelli: “Con il dialogo abbiamo ottenuto risorse ingenti anche dal “distante” governo Conte due. La credibilità conta: Draghi è venuto qui all’inaugurazione del parco della memoria, mentre il presidente Sergio Mattarella ha fatto suo l’appello per la ricostruzione dell’Aquila "come priorità nazionale”, e il parlamento sostiene la nostra proposta di semplificare le procedure per la ricostruzione delle scuole”. Il sindaco destrorso non la pensa come il conservatore francese Eric Zemmour sulla questione femminile: “Ho quattro assessori donne, due municipalizzare a guida rosa, tanti capi dipartimento donne. Lo scrittore ha detto una sciocchezza: le donne sono una grande risorsa”. Da meloniano doc, Biondi ha sul comodino due saggi complessi (“Io sono il potere” e “La società senza dolore” del coreano Byung-Chul Han, ma resta un grande fan del “Signore degli Anelli”: “La lezione tolkieniana è sempre attuale: mai subire il fascino dell’anello del potere. Sono un sindaco rimasto con i piedi per terra. Ho sempre la stessa auto, una utilitaria presa di seconda mano. E quando finirà l’impegno con la fascia tricolore, tornerò fiero a strisciare il cartellino nel comune dove lavoro come dipendente pubblico…”.

Di più su questi argomenti: