Enrico Letta festeggia la vittoria nel collegio di Siena (foto Ansa)

passeggiate romane

La strategia di Letta per portare il Cav. sul Mattarella Bis

Il segretario del Pd vuole riuscire dove anche Renzi ha fallito: convincere Berlusconi a sostenere il suo disegno. Intanto dopo la performance di Calenda a Roma sono ripartiti i lavori per il grande centro

Dopo l’ottimo risultato conseguito in questa tornata di elezioni amministrative, Enrico Letta ha l’opportunità di centrare un altro degli obiettivi che si era prefisso. Ossia la rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale. Nei palazzi della politica, infatti, come in quello del governo ormai si da per scontato che il presidente della Repubblica conceda il bis. Del resto, come è noto, solo lui può dare a Mario Draghi la garanzia per andare avanti con questo governo, in cui le forze politiche faticano sempre più a stare insieme e sono spaccate anche al loro interno.

Ma a Enrico Letta non basta. Si è messo in mente di coinvolgere anche Forza Italia in questa operazione. Riuscirà l’attuale segretario del Partito democratico lì dove ha fallito Matteo Renzi? Cioè, convincere Silvio Berlusconi a votare Mattarella al contrario di quanto il leader di Forza Italia fece nelle scorse presidenziali?

Dopo la performance di Carlo Calenda a Roma sono ripartiti i lavorii al centro. Si parla della prossima nascita di una futura formazione politica con dentro Azione, più Europa, Italia viva e l’associazione di Marco Bentivogli. Ma c’è un problema: i rapporti tra Calenda e Matteo Renzi non si possono definire propriamente idilliaci. E non è detto che problemi caratteriali non siano d’ostacolo alla nascita di questo vagheggiato nuovo soggetto politico.

Comunque, per ostacolare questo progetto neocentrista Enrico Letta ha dato l’altolà alla riforma elettorale in senso proporzionale. Un sistema del genere infatti sarebbe l’ideale per i piani di Calenda. Letta però insiste, e lo ha fatto anche in questi giorni, sulla necessità di arrivare a un nuovo bipolarismo.

Al Pd sono relativamente tranquilli sulle possibilità di Roberto Gualtieri di uscire vincente dal ballottaggio. I dem vedono che il centrodestra è più che mai spaccato e ritengono che più della metà dell’elettorato di Carlo Calenda volterà per l’ex ministro dell’Economia. C’è un certo ottimismo anche per quanto riguarda i 5 stelle e l’atteggiamento di Giuseppe Conte al riguardo. Perciò al Nazareno si pensa già a chi candidare nel collegio di Roma 1 che Gualtieri lascerà vacante. I dem romani non vorrebbero regalare quel seggio considerato sicuro a Conte ma vorrebbero riservarlo a Nicola Zingaretti, anche se il presidente della Regione Lazio ha spiegato che vuole finire il suo mandato. Ma il Pd capitolino vi ha fatto un pensierino. Tanto più adesso che Conte ha dimostrato di non avere una grande presa nell’elettorato. Ma il Nazareno non ha detto ancora l’ultima parola a riguardo.

Maurizio Costanzo è da qualche mese ormai il responsabile delle comunicazioni della As Roma. Ma il giornalista è stato anche tra i principali spin doctor della sindaca Virginia Raggi, che ha provato qualche giorno fa a nominarlo a capo del Teatro di Roma. Costanzo non ha mai fatto mistero di questa sua predilezione per Raggi, tant’è vero che ha fatto una dichiarazione di voto in suo favore, prontamente rilanciata dalla sindaca sabato, durante il cosiddetto silenzio elettorale. La passione di Costanzo per Virgy però ha avuto qualche riverbero sulla Roma. Alla società di Friedkin infatti sono arrivate alcune telefonate di un certo peso per chiedere: “Ma la Roma è diventata sponsor del Movimento 5 stelle?”. Risposte imbarazzate da Trigoria anche perché la vicenda dello stadio (che vede interessati sia il comune che la regione guidata dal dem Nicola Zingaretti) è ancora tutta da definire. E ora che Raggi è definitivamente fuori dal Campidoglio l’imbarazzo di Friedkin sembra destinato ad aumentare.

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