(foto Ansa)

Il colloquio

Un commissario per liberare la scuola dei sindacati. Fioroni sveglia il Pd

Luca Roberto

"Tornare nelle aule a settembre? Il governo ha bisogno di poteri sostitutivi. Serve una figura alla Figliuolo. Contro i No vax ci vuole la linea dura". Parla l'ex ministro dell'Istruzione

 “Il ritorno a scuola è una priorità assoluta. Talmente importante che urge uno sforzo collettivo di corresponsabilità da parte di tutti: dirigenti scolastici, docenti, famiglie e ovviamente sindacati: nessuno escluso”. L’ex ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni non s’appassiona, se lo si trascina alla polemica politica contingente. Al Foglio continua a ripetere che “la fortuna della scuola italiana è quella di avere una comunità ampia”. E però se gli si chiede conto degli ostacoli che sta incontrando l’istituzione scolastica, alle prese con il rientro imminente nelle aule, non si nasconde e usa parole perentorie: “Bisogna prendere atto della realtà: e cioè che il virus non è scomparso, abbiamo la necessità di imparare a conviverci. Se a settembre si vuole rientrare in presenza bisogna mettere dei paletti rigidi, perché l’obiettivo è garantire la sicurezza di tutti: studenti e alunni”. 
Quel che hanno manifestato le sigle sindacali nel comunicato di un paio di giorni fa è una netta contrarietà all’uso del green pass, nonostante nelle scuole il personale docente vaccinato superi oramai il 90 per cento. Ma la riapertura delle aule può rimanere ostaggio di una minoranza di No e boh vax?

“Certo che no, replica Fioroni. Per me la soluzione rimane quella di considerare la scuola come un servizio essenziale, al pari della salute, un bene insostituibile per la collettività. Se un docente rifiuta la vaccinazione deve essere messo nelle condizioni di non poter nuocere a colleghi e studenti, come accade con il personale sanitario. Anche perché sappiamo benissimo che basta un No vax per far nascere un focolaio”, dice l’ex deputato, tra i fondatori del Partito democratico. “D’altro canto, però, vuol dire anche garantire l’immunizzazione prioritaria ai cosiddetti precari che sono rimasti indietro. Così come ai ragazzi, portatori di una contagiosità elevata pur avendo pochi sintomi”.  

Come considera la proposta avanzata dalla sottosegretaria grillina all’Istruzione Floridia di spostare i prof riluttanti alla vaccinazione all’interno delle biblioteche, come se lì fossero impermeabili al contatto con i ragazzi? La risposta è un laconico “no comment”. Altra spigolatura: c’è chi dice che i sindacati facciano ostruzionismo perché mirano a una didattica a distanza ad libitum. “Ma io credo che la maggior parte dei docenti sia contraria a questa battaglia. Sono loro i primi a premere perché si torni alla normalità in presenza, hanno vissuto questi mesi con grandi difficoltà”, ribatte Fioroni. Che nel buttare giù la lista di cose da fare da qui all’inizio dell’anno scolastico, ha le idee chiare: “Credo che il governo si sia mosso bene, investendo anche a livello di nuove infrastrutture. Il problema è l’attuazione che si riesce a imprimere a livello locale: ecco perché in caso di inadempimenti prevederei la possibilità di intervenire con un commissario ad hoc, una sorta di Figliuolo della scuola, che lavori sui trasporti e per scongiurare il rischio di classi pollaio, elementi determinanti per il rientro in sicurezza”. Proposta forte, converrà? “Ma è quel che bisognerebbe fare se davvero si considera la scuola una priorità assoluta, come giustamente s’è raccontato  negli ultimi mesi”.

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