voci a cinque stelle

Il governo Draghi manda in crisi il M5s. Ma c'è chi dice "Mai dire mai"

Roberta Benvenuto

"Non bisogna chiudere le porte prima di capire se ci sono i presupposti politici", dice il deputato Battelli. Ma Paola Taverna è chiara: "La linea del Movimento è 'No a un governo tecnico'". Psicodramma grillino

Da una parte c'è Virginia Raggi, la sindaca di Roma che apre a Draghi. Al Foglio la grillina dice che questo è "il momento di rompere gli schemi: con Mario Draghi si dialoghi. E sui temi!". Chiede al suo partito, insomma, di mettersi seduto con l'ex numero uno della Bce. Dall'altra parte, una bella fetta di Movimento è invece scettico, se non proprio contrario. Ieri il leader politico dei Cinque stelle Vito Crimi  ha scritto un post su Facebook piuttosto eloquente: "Già durante le consultazioni, avevamo rappresentato che l'unico governo possibile sarebbe stato un governo politico. Non voteremo per un governo tecnico presieduto da Mario Draghi". E poi c'è Luigi Di Maio, che in una nota sostiene sia "in questo momento che si dimostra la maturità del Movimento. [...] Il Movimento 5 Stelle ha, a mio avviso, il dovere di partecipare, ascoltare e di assumere poi una posizione sulla base di quello che i parlamentari decideranno". Insomma, all'interno del M5s è in corso uno psicodramma collettivo. 

   

"La linea del M5s è 'No a un governo tecnico'", dice la vicepresidente del Senato Paola Taverna, che aggiunge: "Conte è un patrimonio che non va assolutamente sprecato". "Ci sono da fare scelte politiche. Next Generation Eu non può essere una scelta tecnica", ribadisce l'ex sottosegretario grillino Davide Crippa.

   

Ma poi ci sono anche i cosiddetti "responsabili" del Movimento, come Sergio Battelli. "Non bisogna chiudere le porte prima di capire se ci sono i presupposti politici. Dovrà nascere un esecutivo politico, dove la politica sia garanzia dei punti ottenuti in questi anni. Il governo tecnico non dovrà smantellare tutto. A differenza di quello Monti è un governo che dovrà spendere tantissime risorse". Sì, ma "nello spendere più di 200 miliardi di euro non c'è niente di 'tecnico'", ribatte il deputato M5s Francesco Silvestri. "Ci sederemo al tavolo con Draghi, poi prenderemo una decisione tutti insieme".

 

"Essere avventati è un problema. Prima di prendere posizioni così nette – 'mai', 'no', 'sempre' con qualcuno – dobbiamo vedere tutte le carte in tavola. E vi assicuro che nel M5s c'è chi la pensa come me", dice Battelli. Per Silvestri, poi, "avere tante idee diverse non significa essere spaccati, è solo che nel M5s ci sono tante sensibilità diverse, soprattutto in un momento come questo".