La bolla dell'anti populismo
Processo alla classe dirigente
Media, politici, imprese, associazioni. Dentro una gigantesca “bolla filtro”, certe della bontà delle loro idee, le élite di ogni colore muoiono soffocate dall’autoreferenzialità. Da dove può nascere una nuova stagione giocata contro i nuovi impresari della paura
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L'Europa, l'Italia e la scrematura delle balle
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Trollare i populisti con le stesse tecniche usate dai nostri figli
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Ecco i barbari romanizzati
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Di chi è la colpa? La "loro", ovvio
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Ah, il capitale umano
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Intesa-Generali-Mediobanca-Unipol: un quadrilatero finanziario
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Pa, giustizia, fisco. Solo le condizionalità possono portare l'Italia a occuparsi della realtà
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"Oggi la mia Buona Destra diventa un partito". Parla Filippo Rossi
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Forse la pandemia ci sta vaccinando dal populismo più becero
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Serve un lieto fine per la rete
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Le nuove vecchie partecipazioni statali
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Il Recovery fund potrebbe rilanciare finalmente la Ricerca italiana
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Il carattere nazionale? Cercatelo anche negli "ismi"
Da adolescente presi la tessera del partito radicale. Era il tempo del transnazionale, della lotta alla partitocrazia, della battaglia per i diritti, la giustizia giusta; il tempo di Pannella, dei grandi ideali, cambiare il mondo, e feci arrabbiare molto mio padre (“Ilona Staller in Parlamento? Che vergogna!”). Poi mi iscrissi a Rifondazione (e a Scienze politiche). Era il tempo di Bertinotti, il pacifismo, il no global, i diritti sul lavoro. Grandi visioni e grandi passioni. Si faceva la colla nei secchi di vernice e ci si chiamava compagni. E feci arrabbiare molto mio padre (“questi centri sociali, le vetrine spaccate, che vergogna!”). Poi, dopo molti anni, mi iscrissi al Pd. Mi ero imborghesito, mi accusarono. Ed era vero. Era il tempo di Veltroni, la canzone di Fossati, alzati che si sta alzando, i democratici all’americana, le primarie, il merito, un nuovo linguaggio. C’erano ancora idee e passione e mio padre si arrabbiò un po’ meno (“tu e questa politica, finisci l’università!”). Da un bel po’ mi iscrivo solo a Netflix. Leggo cronache e discussione e non trovo una briciola di visione, una mollica, un ideale, un sospiro, niente. Vi vedo giocare col potere, coi social, con le balle, con le frasi tutte uguali, vi vedo fare e disfare governi con la destra e con la sinistra senza mai sentire – ma forse sono distratto io – un pensiero alto sul futuro, una idea di società. Passate di qua e passate di là solo per un minuscolo gioco personale. Vedo buoni a nulla prender tutto e non riuscire a dire niente. Ma la cosa più brutta è che ora che saremmo d’accordo, mio padre non c’è più”.
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