L'Europa, l'Italia e la scrematura delle balle
L’interventismo europeo ha permesso di archiviare le polemiche che non lo erano e ha messo a nudo la politica degli alibi e del Maalox. Il passaggio dal vincolo esterno al vincolo interno e le coordinate di una nuova stagione in quattro discorsi al Senato
-
Salvini sugli specchi
-
Le 150 mila balle di Salvini su quota 100
-
La reazione di Bagnai alla vignetta di Makkox sul Foglio
-
Sicurezza che non lo era. I decreti Salvini hanno prodotto solo ansia. Lo dice il capo del sindacato della Polizia
-
Dopo la Terza via, le sinistre europee sono ancora alla ricerca di una visione comune
-
Recovery Lega
-
Salvini, Orsina e il Fattore €
-
Potrebbe andare peggio. La supercazzola del grillino Romaniello contro il Mes
-
Ragioni di scambio per l'Erasmus dei governi europei
-
Fidarsi dell'Italia e degli italiani si può. La grande lezione della pandemia
-
Il discorso di Salvini al Senato sul Recovery fund è un manifesto di incompetenza. Proviamo a smontarlo
-
Processo alla classe dirigente
-
Pa, giustizia, fisco. Solo le condizionalità possono portare l'Italia a occuparsi della realtà
Il tema in fondo è sempre quello: la scrematura delle minchiate. Ieri pomeriggio il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è intervenuto prima al Senato e poi alla Camera per riferire i dettagli dell’accordo raggiunto martedì notte a Bruxelles sul Recovery fund. E chiunque abbia avuto la pazienza di seguire il dibattito parlamentare maturato in seguito alle dichiarazioni del premier non avrà potuto fare a meno di notare che la svolta dell’Europa ha già prodotto un primo visibile, chiaro e importante risultato all’interno del panorama politico del nostro paese. E quel risultato ha a che fare con la capacità di ciascun osservatore di poter riconoscere con maggior precisione rispetto a qualche mese fa la differenza – di fronte ai ragionamenti dei nostri leader politici – tra il fumo e l’arrosto, tra la fuffa e la ciccia, tra un rumore di fondo e un fondo di verità.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE
- Claudio Cerasa Direttore
Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.