Ragioni di scambio per l'Erasmus dei governi europei
Spendere per riformare, per generare reddito, ricerca e lavoro qualificato. L’Europa del bilancio comune e delle condizionalità incrociate non deve farci paura. Allegri esercizi di fantapolitica
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Dopo il debito comune, le tasse comuni europee. La prossima sfida dell'Ue
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“Le condizionalità diamocele noi”. La ricetta di Monti per non sprecare i fondi Ue
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L'Europa, l'Italia e la scrematura delle balle
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La Lega gotica
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Pa, giustizia, fisco. Solo le condizionalità possono portare l'Italia a occuparsi della realtà
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Una pace da siglare tra Italia e Francia
Non vorrei mai dispiacere a Meloni (notare l’assenza politicamente corretta di un designativo di genere) ma fatta l’Europa, si fa per dire e non dire, bisogna fare dei governi genuinamente europei. Se si mettono in comune debiti e tasse, finanziamenti e sussidi, infrastrutture e ricerca, si mettano in comune anche le personalità politiche di spicco. Spacchettiamo l’Economia, come una volta, e alle Finanze, in coppia con Gualtieri al Tesoro, ci starebbe bene uno Schauble, che sarà pure quello dell’austerità ma in tanta spesa ci sta benone. Nel governo di Berlino, alla Cultura beninteso, ci starebbe bene un Franceschini, che sa come far frignare il Montanari portando un tedesco e Ferragni (no genere, ancora) agli Uffizi. Dei francesi prenderei Benalla, quello che in una serata del primo maggio alla Contrescarpe diede una sistemata a una coppia di rompicoglioni, per affiancare Lamorgese (no genere) come viceministro all’Interno. In cambio darei loro alla Sanità un uomo dai molti meriti amministrativi e politici, Roberto Speranza, che finalmente farebbe scattare il Mes per tutti, urgente a quanto pare, e potrebbe essere sostituito degnamente da un non scotomizzabile Locatelli, il mio preferito tra i preferiti. Poi ci sono la Spagna (no catalani, sebbene siano coraggiosi e simpatici) e la Grecia e il Portogallo, detti gli affini, con i quali paesi altri scambi sarebbero certamente possibili.
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- Giuliano Ferrara Fondatore
"Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.