Rai, Agcom e governo. Sorpresa. C'è un asse Franceschini-Renzi
Imminenti le dimissioni dell’amministratore delegato della tv pubblica. La nuova nomina ora spetta al Pd. E il M5s abbozza. La denuncia legale di Orfeo
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Roma. L’anello più debole è anche il più forte, perché spezza la catena. E così Fabrizio Salini, amministratore delegato della Rai, nominato dall’allora governo Lega-M5s a luglio 2018 e fortemente sponsorizzato dai grillini, pensa di dimettersi. L’annuncio potrebbe essere imminente, “questione di poche settimane”. Lascia una Rai che chiuderà il bilancio senza fare utili malgrado il copioso canone. Sarebbe bizzarro se non aspettasse nemmeno la fine di giugno, e cioè il momento in cui l’azienda dovrà presentare palinsesti e bilancio, ma alcuni politici sostengono che possa dimettersi persino prima. E infatti da qualche giorno è cominciato il pissi pissi di potere, le grandi manovre, il rimescolio a piene mani della politica che da sempre tutto tiene insieme: Rai e deleghe di governo, rimpasto e nuovi equilibri nei rapporti tra Pd e M5s.
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