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Osservando la Rai si capisce che è pace tra Conte, Renzi e Di Maio

Lorenzo Marini

Oggi le nomine in Cda. Cade il veto grillino su Orfeo al Tg3. Spartizione millimetrica e tutti contenti. Forse il governo dura

Roma. Se la Rai è la cartina di tornasole degli equilibri della politica, allora l’accordo appena trovato sulle nomine può fare ben sperare il governo di Giuseppe Conte. Che, nonostante le fibrillazioni continue – questa settimana sul decreto dei 55 miliardi e sulla regolarizzazione dei braccianti immigrati – è riuscito di nuovo a trovare un punto di sintesi che gli permette di andare avanti, pur tra mille difficoltà. Sullo sfondo, naturalmente, c’è sempre la possibilità di un governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi per gestire la ripartenza del Paese, evocato ora di nuovo da Giancarlo Giorgetti in un’intervista al Wsj. Ma l’accordo trovato in Rai serve anche ad allontanare quest’ipotesi, nel suo rinsaldare l’asse di governo tra il partito di Nicola Zingaretti, i pentastellati e i renziani. Un’intesa televisiva che funge da stabilizzatore degli umori della maggioranza. Con le nomine che si sbloccano proprio grazie alla nuova intesa nel governo e che al contempo la favoriscono, in un’opera di fluidificazione continua.

 

Facendo oltretutto ritrovare a Conte un alleato su cui non sperava più: Luigi Di Maio. Il quale, lasciando cadere il suo veto su Mario Orfeo alla direzione del Tg3, permette alla maggioranza di Viale Mazzini di sintonizzarsi finalmente con quella di Palazzo Chigi. Perché finora la tv pubblica sembrava andare avanti con la testa rivolta all’indietro, al vecchio patto di potere Lega-M5s. D’ora in avanti non sarà più così e il premier non può che rallegrarsene.

 

Ma con quella concessione Di Maio, coadiuvato da Vincenzo Spadafora e Dario Franceschini, porta a casa due caselle importanti: Franco Di Mare alla guida di Raitre e Simona Sala a Radiouno e Gr, rispettivamente al posto di Silvia Calandrelli (durata solo 4 mesi) e Luca Mazzà. Di Mare da tempo mirava a una direzione in quota pentastellata, mentre Sala è una novità: ex quirinalista, vicedirettrice del Tg1 con Giuseppe Carboni, è la prima donna alla direzione della radio nella storia di mamma Rai.  Le nomine di Orfeo, Sala e Paterniti sono praticamente certe, per quanto riguarda i voti, perché oggi in cda otterranno il sì di più d’un terzo dei presenti: Fabrizio Salini, Rita Borioni e Beatrice Coletti.

  

Giuseppina Paterniti, che bene aveva fatto al Tg3, è dunque costretta a spostarsi alla direzione offerta informativa (il posto che fu di Carlo Verdelli), che potenzialmente è una poltrona di grande rilievo. Antonio Di Bella, invece, resta saldamente alla guida di Rainews e della task force anti fake news.

    

Una compensazione, però, arriva anche a destra, con Teresa De Santis alla presidenza di RaiCom: l’ex direttrice di Raiuno, cacciata in malo modo alla viglia del Festival di Sanremo, minacciava oltretutto una causa di lavoro non da poco. Monica Maggioni, invece, sarà confermata ad di RaiCom, carica che però è in procinto di lasciare: l’ex presidente della Rai dovrebbe condurre una nuova trasmissione di approfondimento politico su Raiuno, il lunedì sera, la prossima stagione.

   

Per le altre nomine, alla presidenza di Raiway lasciata libera da Orfeo arriverà l’attuale cfo Giuseppe Pasciucco, mentre ad sarà confermato Aldo Mancino. A RaiCinema, invece, doppia conferma per Paolo Del Brocco (ad) e Nicola Claudio (presidente). Così come a Rai pubblicità con Gianpaolo Tagliavia (ad) e Antonio Marano (presidente). Bisognerà trovare, invece, un nuovo direttore della scuola di giornalismo di Perugia dopo le dimissioni di Antonio Socci. Il quale è stato quasi costretto a lasciare dopo l’ennesima polemica contro Papa Bergoglio che ha scatenato un mare di polemiche e un’intemerata dell’Usigrai. Forse è per questo che, tra i nomi che si fanno, c’è quello della vaticanista di Rainews Vania De Luca (e pure quello di Chiara Longo Bifano). Comunque sarà una donna.

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