(foto LaPresse)

Cari Fontana e Speranza, cosa pensate davvero dei test sierologici?

Beppe Sala

Le domande del sindaco di Milano al presidente della Lombardia e al ministro della Salute

Le regioni sono previste dalla Costituzione, però di fatto nascono nel 1970. Ma è nel 2002 che il Titolo V definisce con esattezza i poteri di tutti gli enti locali. Alle regioni ne attribuisce tanti, tra cui il principale, a mio avviso, è quello relativo alla tutela della salute. Faccio questa premessa perché voglio tornare a parlarvi dei test sierologici. E lo faccio oggi non a caso, in quanto ieri Regione Lombardia dice, attraverso il suo assessore al Welfare (Giulio Gallera, ndr) che c’è un’apertura affinché i privati facciano i test. Dicendo però che se li pagano loro, 63 euro a testa. E che se ne prendono la responsabilità. Ora, è un po’ bizzarro pensando alle parole dello stesso assessore, che pochi giorni fa diceva: "Invito tutti a non farli, li ritengo inutili". Se però li fanno i privati, possono essere utili, chissà…

 

A proposito di bizzarrie, ce n’è un’altra rispetto alle nostre norme, e cioè il Testo unico, che precede il Titolo V – scusatemi questo burocratese -, dice una cosa importante sul ruolo del sindaco: "Il sindaco è responsabile della condizione di salute della popolazione nel suo territorio". E’ bizzarro, perché di fatto il sindaco lo è non avendo nessun potere. Ma rimane il fatto che oggi i miei cittadini mi chiedono di fare i test. Vi dico di più: sono tanti i miei dipendenti del Comune di Milano che mi scrivono ‘Io rientro a lavoro se, caro sindaco, mi fa il test’. Capite il mio imbarazzo. Ora, vorrei fare due domande. La prima è rivolta insieme al presidente Fontana e al ministro della Salute Speranza: fate chiarezza su cosa esattamente pensate di questi test? E in più al ministro chiedo: ma come è pensabile che se un cittadino italiano è lombardo, o veneto, ha un trattamento, rispetto ai test, diverso? Il mio collega Fontana dice: ‘riapriremo, a partire dal 18 maggio, sulla base dei dati epidemiologici’. A lui faccio una domanda: quali sono questi dati?

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