Preparare il futuro. La sfida di Ricostruire
Accademici, professionisti e imprenditori lanciano un appello e un piano operativo per uscire in sicurezza dall'emergenza coronavirus. Stefano Parisi: “Senza una visione d'insieme non ripartiremo mai”
Roma. Un piano operativo per uscire in sicurezza dall'emergenza, riaprire e ricostruire il paese, pur nella convivenza forzata con il virus, e un appello con cui più di quaranta accademici, professionisti e imprenditori – tra cui Giovanni Tria, Stefano Parisi, Raffaele Calabrò, Vito Gamberale, Maurizio Sacconi, Florindo Rubbettino – lanciano un network indipendente e trasversale, aperto a tutti i settori della vita culturale, economica e sociale, e alle idee di chi voglia mettersi a disposizione del paese. “Ricostruire”, questo il nome del network-piattaforma. E ieri il testo dell'appello è stato inviato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al capo della task force per la “fase 2” Vittorio Colao.
“Il nostro non è falso ottimismo”, dicono i firmatari, che sul sito “ricostruireitalia.it” hanno individuato una serie di soluzioni e alcune proposte di ripartenza, in attesa che ne arrivino altre, perché “le nostre vite si sono fermate ma non sono finite” e “il modo in cui supereremo insieme questa crisi segnerà il successo o il nostro fallimento futuro”. L'iniziativa, dice al Foglio Stefano Parisi, è nata “da un'enorme preoccupazione: quella dell'arrivare senza un piano strategico all'appuntamento con il futuro, in una situazione economica difficile: aumento del debito e calo di produttività previsto non soltanto per questo anno, ma anche per il successivo, con il rischio, oltretutto, di una crescita di consenso politico, sullo scacchiere europeo, per forze che vogliono l'uscita dalla moneta unica. Ma per riaprire in sicurezza il paese non possiamo non avere un piano. Chiediamoci intanto: se anche arrivassero risorse dall'Europa, saremmo in grado, visti i precedenti, di spenderle in modo efficace?”.
I promotori e firmatari di “Ricostruire”, dice Parisi, “hanno cercato e stanno cercando, ognuno nel suo campo, di dare risposte concrete. Ma è importante anche fissare la cornice per una visione d'insieme, senza la quale non ripartiremo mai. Dobbiamo agire subito, per uscire dall'emergenza e per tornare protagonisti in Europa e nel mondo. Proteggendo le imprese, da un lato, garantendo la liquidità che serve, ma anche attivando manovre che possano garantire una maggiore produttività, diminuendo la pressione fiscale, eliminando il Codice degli appalti, abolendo l’Anac, con l'idea di lanciare un piano di investimenti pubblici, tornando attrattivi agli occhi degli investitori privati. Al tempo stesso abbiamo ora l'occasione di potenziare la ricerca scientifica, e di intervenire in settori che da tempo attendono riforme: la giustizia, per esempio, ma anche la Costituzione. Abbiamo visto che cosa è successo ad avere una Sanità diversa per ogni Regione”. La pandemia, dice Parisi, “è arrivata in un momento già complicato per il paese: elevato debito pubblico, burocrazia pervasiva, classi dirigenti in molti casi deboli. Non possiamo abbassare la guardia di fronte al pericolo di contagio, ma non possiamo neanche restare immobili. Serve un cambio di passo anche in questo campo, aumentando il numero dei test, isolando le persone infette, tracciando i contatti avuti dai contagiati. Dobbiamo usare i big data”. Oltre alla piattaforma, “Ricostruire”, ha in programma seminari tematici on-line per “continuare a offrire idee e soluzioni alla politica”. La prima cosa da cui partire, domani? “C'è un dopoguerra? E allora facciamo emergere l'adrenalina”.
Antifascismo per definizione