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Conte teme Draghi, il Pd si preoccupa più di Di Maio che di Renzi

Zingaretti si fida poco del ministro, il premier allontana l’unità nazionale. Così cambiano gli equilibri al tempo del coronavirus

Lunedì si è svolta una videoconferenza con lo stato maggiore del Pd: Zingaretti, i ministri più importanti e i capogruppo. La linea è quella di stringersi ancora di più sul governo Conte ed evitare, più di quanto già fatto nel passato, qualsiasi tipo di polemiche. Il Pd al tempo del Coronavirus è convinto che questo atteggiamento paghi e i sondaggi sembrerebbero dare ragione al Nazareno: nell’ultimo Report di Swg il Pd sale di quasi un punto fino al 20,1 mentre calano Lega, 5Stelle (14,5, -0,4) e anche Fratelli d’Italia (-0,3).

 

Al Pd hanno perciò deciso di mordersi la lingua e di non rispondere al tentativo di piantare bandierine sui provvedimenti, soprattutto da parte di Matteo Renzi e di Luigi Di Maio. Ma se le percentuali di Italia Viva, nonostante il movimentismo del suo leader, non sembrano preoccupare più i vertici del Nazareno, gli occhi sono puntati su quello che fa il ministro degli Esteri, che resta il vero capo dei 5Stelle, secondo il Nazareno. Al Pd infatti non sfugge il fatto che il ministro degli Esteri, dopo alcune settimane di silenzio, sia tornato a parlare e a fare interviste in continuazione. Soprattutto sulla Rai.

 

Torna perciò nel mirino del Nazareno anche Salini, l’amministratore delegato della Rai, che ancora non ha cambiato i vertici dell’informazione della televisione di Stato, tutt’ora in mano a Lega e 5Stelle, lamentano al Pd. Per ora, anche qui, l’ordine del Nazareno è di non fare polemiche. Ma a fine pandemia, le cose cambieranno. E la poltrona di Salini riprenderà a traballare, ancora più di prima.

 

La decisione di occuparsi della gestione dell’emergenza Covid in questo momento piuttosto che alle polemiche politiche, nella convinzione che questo atteggiamento paghi in termini di consensi, si riflette anche nella strada imboccata da Nicola Zingaretti, che da quando è rientrato in pista dopo la guarigione ha praticamente privilegiato solo la sua dimensione di presidente della regione Lazio: due conferenze stampa per raccontare i provvedimenti messi in atto sulla parte sanitaria e di sostegno alle imprese. Poi una visita alla Spallanzani per ringraziare i medici in prima fila nella lotta al Covid-19, che ha permesso al Lazio e a Roma di tenere e di evitare che la Capitale venisse infettata. Infine la proposta di vaccinare il prossimo inverno tutti gli over 65 contro l’influenza per evitare che fra qualche mese gli ospedali possano esplodere per la sovrapposizione di due eventi così impattanti. La prossima settimana, quando arriveranno i nuovi sondaggi si vedrà se effettivamente questa linea continua a premiare il Pd o se contribuirà solo a aumentare i consensi del premier.

 

Le regionali si terranno a ottobre, sempre che che non riscoppi un’altra pandemia. Ma la gestione di questa emergenza influerà sulle elezioni. Ne sembrano convinti al Nazareno. E se lo sceriffo De Luca e Emiliano sembrano tenere, Ceriscioli nelle Marche, una delle regioni più colpite, ha già detto che non si ripresenterà. Si hanno poche notizie anche di Giani in Toscana, messo in ombra dal ritorno di Rossi, che però non è più ricandidabile perché è già al suo secondo mandato. In Veneto è in bilico il candidato di centrosinistra Lorenzoni che non riesce a scalfire la figura di Luca Zaia.

 

Come si è capito nonostante il Coronavirus i politici continuano a tenere gli occhi incollati ai sondaggi. E il presidente del Consiglio non fa eccezione e continua a temere che dopo l'emergenza sanitaria si possa formare un governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi. Anche per questa ragione, ha chiuso la strada al dialogo con le opposizioni “costringendo” il centrodestra ad annunciare il voto contrario al decreto “Cura Italia”. Basterà questo atteggiamento a evitare un eventuale governo Draghi? Non è detto perché in alcuni settori della maggioranza si sta facendo strada l’ipotesi di un nuovo esecutivo non di unità nazionale ma sorretto dall’attuale coalizione e guidato dall’ex governatore della Bce.