La gara di solidarietà nelle regioni per sostenere gli ospedali
Da Bonaccini a Toti, da Zingaretti a Gori, da Ricci a Nardella: governatori e sindaci raccolgono l’aiuto dei territori
-
Lettera dalla trincea
-
“Servono più tamponi mirati”
-
Perché servono medici specialisti, formati bene, e non spot per l'università
-
È nata la nostra big society
-
Come Vo' ha fermato i contagi
-
Nelle case dei Big Brother in cui si parla di tutto tranne di ciò di cui tutti parlano
-
Per riaprire il Forlanini ci vorrebbe un anno. Basta sciocchezze
-
Anche i senzatetto prendono il virus ma il comune non se ne occupa
-
Così l'epidemia sta decimando in silenzio le case di cura del nord Italia
-
Per combattere il coronavirus anche la solidarietà va resa più efficace
-
Come “illuminare il buio” durante l'emergenza coronavirus
-
Dall'Inghilterra all'America, l'orrida tentazione di lasciare indietro i più fragili
-
Toti spiega perché per riaprire bisogna rinunciare al codice appalti
Roma. Nella bolla della quarantena ci si adatta come si può a una realtà protetta, carica di ansia. Fuori dalla bolla, in mezzo all’altra, più drammatica realtà del contagio, qualcosa si muove spontaneamente, in molte regioni, a favore dei malati e degli operatori. Ai due estremi della solidarietà ci sono i casi dell’ex premier Silvio Berlusconi, che ha deciso di mettere a disposizione della Regione Lombardia, tramite una donazione, 10 milioni di euro per la realizzazione del reparto di 400 posti di terapia intensiva alla Fiera di Milano o per altre emergenze, e quello dei cittadini romani che portano dolci, pasta, gelati e pietanze fatte in casa ai medici e agli infermieri dello Spallanzani che non hanno il tempo di mangiare.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE
- Marianna Rizzini
Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.