Gli sciacalli del coronavirus
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In politica, così come nella vita, lo sciacallo è un mammifero pericoloso e di fronte a una sciagura tende a muoversi sempre con uno stile codificato: prima mostra empatia, poi allunga una zampa per offrire aiuto e infine quando l’avversario meno se lo aspetta usa l’altra zampa per sfruttare l’occasione. In questi giorni cupi vissuti da un paese che da settimane attende una qualche buona notizia che per il momento non si vede, i politici hanno scelto di firmare un sostanziale armistizio, niente pugni sotto la cintura, ma un attimo dopo aver rivendicato la propria ferma adesione alla pax contiana gli sciacalli tornano a fare gli sciacalli e a ogni ora del giorno provano a trasformare gli effetti generati dalla proliferazione di una pandemia nella dimostrazione plastica della bontà delle proprie teorie.
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- Claudio Cerasa Direttore
Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.