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Le “Ombre Nere” stanno allo 0,09 per cento

Salvatore Merlo

Casapound e Forza Nuova non pervenute. E Salvini più che fascista sembra il federale di Ugo Tognazzi

E più che le “ombre nere”, in Italia poterono le ombre pelose del partito animalista: 0,6 per cento ha preso il partito miao e bau, cioè il doppio delle teste rasate di CasaPound (0,3). Sei volte di più di Forza Nuova, la cui fragorosa “onda nera” ha segnato una magnitudo dello 0,09 per cento sulla scala del pericolo democratico. Anni fa, due bravi giornalisti di destra, Luciano Lanna e Filippo Rossi, scrissero un imperdibile e felicissimo volume che s’intitolava “Fascisti immaginari”. Seicento e passa pagine dove tutto un intero mondo era sezionato ed esposto come su una bancarella – la donna baffuta e il fascio guevarista – però con gusto e curiosità, ché poi il capitolo “Mussolini” non c’era nemmeno, ma c’era invece il capitolo Willy Coyote e Beep beep: “Il coyote devi averlo dentro di te. E devi tirarlo fuori”. Altro che solco e aratro. Era lo spiritoso immaginario di un mondo, quello postfascista, che intanto finiva ricercato a sinistra, quando ancora Gianfranco Fini – che ricevette tra gli altri un attestato di stima dalla rossa Fiorella Mannoia – era Capo maiuscolato e repubblicano. Erano gli anni in cui gli ex missini sfondavano la doppia cifra alle elezioni e andavano tutti a fare i ministri, ricevuti dalle cancellerie di mezzo mondo. Insomma quelli vincevano le elezioni – ed erano fascisti immaginari – mentre quelli di oggi che nemmeno entrano in Parlamento sono una “onda nera”.

 

Qualcosa non torna. Domenica, nemmeno Caio Giulio Cesare Mussolini è stato eletto. E’ arrivato quinto nella lista di Fratelli d’Italia. Per un mese, scandalizzando soltanto i suoi supporter a Repubblica, il pronipote del duce s’era fatto fotografare su fondali d’architettura fascista e in pose grottesche tra magliette (incongruamente anglofone) su cui era stampigliata la frase “is back”. Ma gli elettori di destra, che sono molto meno baluba di come se li figurano i giornali di sinistra e gli stessi capipartito della destra, gli hanno preferito l’esperienza politica dell’ex dc Raffaele Fitto e di ben altri quattro candidati. Nemmeno sua cugina Alessandra, per dire, è stata eletta. Considerato che persino il partito di Mario Adinolfi, il misconosciuto “Popolo della famiglia”, ha doppiato i voti della destra fascista (e senza nemmeno un’inchiesta di “PiazzaPulita” o un libro censurato al Salone di Torino), viene da pensare che le “ombre nere” siano più che altro diffuse zone della mente di alcuni che pensano così d’essere di sinistra. Ma c’é Salvini, dicono loro. Uno che però, francamente, sta al fascismo come la cara immagine del federale Ugo Tognazzi. Si alzava in piedi, curvava le gambe, e a chi gli domandava: fanteria?, rispondeva prosaico: coglioni sudati.

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  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.