Nicola Zingaretti (foto LaPresse)

passeggiate romane

La lezione abruzzese, poi Sardegna e Basilicata. Il Pd è pronto al voto anticipato?

Nel Partito c'è chi non è così ottimista per le prossime elezioni regionali. E in molti cominciano a tirare per la giacca Zingaretti per avere un posto in lista alle europee

I più ottimisti nel Partito democratico vedono nel voto in Abruzzo, dove pure il candidato del Pd ha perso, un segnale di inversione di tendenza. E ora guardano con speranza alle elezioni in Sardegna e alle Europee, dove sono certi di prendere una percentuale più alta di quella che decretò la loro sonora sconfitta nel marzo del 2017. Ma non tutti la pensano in questo modo. Una parte dei renziani, infatti teme, che le tensioni tra Lega e M5s possano far precipitare la situazione, portando il paese a elezioni anticipate. Un’eventualità, questa, che coglierebbe il Pd totalmente impreparato e che, secondo il Nazareno, aprirebbe le porte a un trionfale ingresso di Matteo Salvini a Palazzo Chigi. E nelle conversazioni private, alla Camera come al Senato, sono gli stessi ministri della Lega, sempre più stufi degli alleati, a non escludere questa possibilità. Ma l’altro giorno, a chi gli chiedeva lumi in proposito, Salvini ha opposto questo ragionamento: in genere per chi provoca le elezioni non si spalancano le porte di un successo, anzi. E questo spiega la grande prudenza con cui il ministro dell’Interno continua a muoversi nei rapporti con i 5 stelle. Ogni tanto fa la voce grossa, ma poi, nei fatti, strategicamente cede spesso e volentieri.

 

Mentre il Pd si interroga sull’eventualità o meno che si arrivi a un voto anticipato, la campagna per le primarie sta per mietere la prima vittima. Nicola Zingaretti infatti si è stufato della frequenza con cui parla Massimiliano Smeriglio, che viene considerato il suo vice, e che lui in realtà non ritiene tale. Un giorno Smeriglio lascia intendere che il presidente della Regione Lazio è pronto ad accordarsi con i grillini appena verrà eletto segretario, un altro lo fa litigare con Calenda… Perciò ieri Zingaretti ha tenuto a precisare che Smeriglio parla a titolo personale. Ciò che soprattutto lo ha fatto infuriare è il fatto che il suo “vice” non solo non concorda con lui le dichiarazioni che fa, ma non lo avverte nemmeno almeno un po’ di tempo prima. Per questa ragione dopo le primarie il sodalizio tra i due si romperà e il governatore del Lazio archivierà il capitolo Smeriglio.

 

E a proposito di Nicola Zingaretti. Siccome nessuno ha ormai più dubbi sul fatto che sarà lui il nuovo segretario del Partito democratico, sono già in molti, tra i cosiddetti padri nobili del centrosinistra, a chiedergli un posto in lista alle elezioni europee per qualcuno dei loro. Ma le richieste sono tante e difficilmente Zingaretti potrà esaudirle tutte.

 

Sempre sul Pd: la Basilicata era rimasta una delle poche regioni rosse e nessuno al Nazareno ne temeva la caduta. Ma adesso che le elezioni per quella regione sono alle porte al Pd c’è una certa preoccupazione. Il centrosinistra infatti si è diviso sull’opportunità o meno di ricandidare Pittella e rischia di presentarsi alle consultazioni con almeno tre liste. Il che potrebbe consentire al Movimento 5 stelle di ottenere per la prima volta la presidenza di una regione.