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Boldrini elogia le primarie del Pd, ma spiega perché alla fine non voterà

Laura Boldrini

Un appuntamento decisivo per il paese e per l’Europa, un evento democratico raro nell’Italia di oggi

Al direttore - In un articolo sul Foglio del 1 febbraio, dedicato alle future primarie del Pd, David Allegranti, riportando evidentemente una mia battuta al direttore Cerasa (“Ci sto pensando”), a margine di una trasmissione televisiva, mi considerava pronta ad andare a votare, il 3 Marzo, per il nuovo segretario del Pd. Su questo punto vorrei chiarire la mia posizione. Come ogni persona intenzionata a costruire un’alternativa alla deriva populista e nazionalista della maggioranza Lega-M5S, non posso non guardare con interesse al dibattito interno al Pd in vista delle primarie. Il Pd è uscito fortemente ridimensionato dalle elezioni dello scorso anno, ma resta pur sempre la forza politica più consistente e più radicata del centrosinistra. Non è quindi immaginabile prescindere dal suo destino se si vuole costruire nel paese un’alternativa vincente. Mi auguro che il nuovo segretario e il nuovo gruppo dirigente del Pd, una volta insediati, si mettano al lavoro, in discontinuità con il passato, per una prospettiva alla quale credo da tempo e da tempo mi vede impegnata: quella di costruire non un’alleanza vecchio stile, tra sigle e simboli del passato, ma una coalizione unitaria, ampia e innovativa capace di rigenerare tutta l’area progressista, raccogliendo e mobilitando le tante energie democratiche che nelle piazze di molte città italiane si stanno già autonomamente mobilitando contro le scelte politiche del governo.

    

E sarebbe importante, come auspico da tempo, che questo campo di forze sociali, civiche e politiche, si ritrovi alle prossime elezioni europee in una lista unitaria che sia aperta davvero a tutte le culture progressiste che intendono riconoscersi nel progetto di una nuova Europa, più democratica e più attenta ai bisogni sociali della popolazione.

   

Le elezioni del prossimo maggio saranno un appuntamento decisivo per l’Italia e per l’Europa. Le forze politiche progressiste devono mettere da parte divisioni e distinguo e far prevalere il senso di responsabilità e lo spirito unitario che richiede una sfida di questo tipo.

  

E’ in questo contesto che va inserito il mio interesse per le primarie del Partito democratico. Ma, essendo tale appuntamento riservato agli iscritti, agli elettori e alle elettrici del Pd, ritengo opportuno e corretto non prendervi parte personalmente.

  

Mi auguro comunque che ci sia un’ampia partecipazione perché si tratta di un evento democratico raro nell’Italia di oggi.

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