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Macché uno vale uno. La “resistenza” di Marsilio, casa editrice antipopulista

Marianna Rizzini

"Non siamo una nicchia, vogliamo intercettare tutti i lettori". Parla il direttore della saggistica Ottavio Di Brizzi

Roma. Come opporsi alla corrente sovranista-populista, questo è il problema. Ma non soltanto di congressi di partito o listoni si tratta: per risalire il fiume anche un libro può fare da guida o salvagente. E la casa editrice Marsilio, nella parte saggistica diretta da Ottavio Di Brizzi, ultimamente di libri per così dire antisovranisti ne ha mandati in stampa non pochi, tanto da far pensare a un disegno resistente anzichenò: partendo da uno degli ultimi in ordine di tempo, quello di Alberto Mingardi (collana Nodi, titolo “La verità, vi prego, sul neoliberismo – Il poco che c’è, il tanto che manca”).

 

Punto focale: il ridimensionamento del “mito del mercato pervasivo e tirannico” del neoliberismo e la dimostrazione di “come in realtà di politiche neoliberiste ce ne siano state meno di quanto si crede. Il che è paradossalmente un problema: è a quel poco di neoliberismo che dobbiamo crescita e prosperità”. Ma c’è stato anche il saggio di Giovanni Orsina (“La democrazia del narcisismo-breve storia dell’antipolitica”) che parte dalla domanda: “Se l’economia è tornata a crescere e il peggio sembra passato, perché i cosiddetti ‘partiti del risentimento’ continuano a raccogliere consensi?”. Poi quello di Massimiliano Panarari (“Uno non vale uno-democrazia diretta e altri miti di oggi”), autoesplicativo in quel volersi interrogare sull’origine dell’opinione diffusa “secondo la quale, se la gente comune potesse esercitare pienamente il potere, tutto andrebbe meglio”. E ci sono stati i lavori di Giuliano da Empoli (“La rabbia e l’algoritmo, il grillismo preso sul serio”) e Mark Lilla, politologo della Columbia University (“L’identità non è di sinistra-oltre l’antipolitica”) che rivoluziona il punto di vista: non è che i liberal, si domanda Lilla, “abbracciando senza resistenze l’individualismo imposto da Reagan e Thatcher negli anni Ottanta, hanno contribuito ad alimentare un sistema di valori antipolitico?”.

 

In campo economico, si segnala l’altro ribaltamento di prospettive sulla flat-tax, tormentone populista, a opera di Nicola Rossi con “Flat tax-Aliquota unica e minimo vitale per un fisco semplice ed equo”. E si può continuare all’indietro nel tempo e in avanti: Tra le prossime uscite, oltre al nuovo libro di Matteo Renzi, c’è un pamphlet ultra-anti-populista di Christian Rocca che da Marsilio descrivono come un provocatorio “chiudete l’internet” e l’inchiesta di David Parenzo sull’“unione dei falsari” che, panzana dopo panzana, ha portato a fare dell’Europa il nemico perfetto delle platee complottiste-sovraniste.

   

Titoli da battaglia politico-culturale? Viene da consigliare agli oppositori dei sovranisti di fare, prima dei vari congressi, un giro nelle stanze di Marsilio. “Ma non c’è un vero e proprio disegno, uno statement di progetto culturale”, dice il direttore della saggistica Marsilio Ottavio Di Brizzi, già dirigente Rizzoli: “Non vogliamo caratterizzarci come casa editrice dall’impianto ideologico univoco, vogliamo fare libri utili a stare nel dibattito”. Un editore deve esserci ed essere sul mercato, è l’idea, e se è vero che Marsilio pubblica molti libri afferenti a una sensibilità riformista e antipopulista, è anche “sempre vivo l’insegnamento di Cesare De Michelis”, dice Di Brizzi, riferendosi al compianto uomo-simbolo della casa editrice: “Sempre contro i devoti, in ogni campo, e sempre puntando a un intervento culturale anticonservatore che fa riflettere e arricchisce, e magari rovescia e spiazza. In questi ultimi due anni si è cercato di costruire una linea di riflessione che prendesse i populisti sul serio: non limitandosi al lato macchiettistico, ma considerandoli gente con un’ideologia alle spalle”.

  

E i lettori? “Non pensiamo in termini di nicchia”, dice Di Brizzi, “vogliamo intercettare, senza forzature, lettori a tutti i livelli”. E i risultati ci sono stati: alcuni saggi antipopulisti hanno raggiunto i settemila lettori, ma ci sono stati anche best-seller “esistenziali” o “filosofici” come quelli di Antonio Polito e Pietro Del Soldà, e c’è stato il successo del libro controcorrente di un autore collocabile a destra: quello di Marcello Veneziani sugli “irregolari del pensiero”. Non è un caso se una delle collane si chiama “Ancora”, con l’accento sulla “o”, spiega Di Brizzi: “Nel senso che si può ancora riflettere e studiare: non è vero che la riflessione è stata liquidata dalla stagione dell’uno vale uno”.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.