Dopo Lino Banfi all'Unesco, Buzzanca console e Gigi & Andrea all'Onu

Svelate le altre nomine del governo, che ha deciso di cambiare anche tutti gli ambasciatori italiani: Travaglio a Tunisi, Zalone a Pyongyang. Io sarò responsabile dei mosaici di Ravenna

Maurizio Milani

Sono molto contento che Lino Banfi sia il delegato Unesco per l’Italia. A questo punto però ci aspettiamo altre nomine. A tal proposito ho telefonato ieri a un sottosegretario grillino che mi ha dato alcune notizie riservate molto belle. Il fascicolo si chiama “Protocollo oltre Area 51”. Ne ho preso visione.

 

Per volontà del governo vengono sostituiti tutti gli ambasciatori italiani all’estero, anche i consoli, sia di carriera che onorari. A breve sarà nominato console generale a Boston Lando Buzzanca, mentre all’ambasciata a Mosca si insedierà da oggi Gianfranco D’Angelo (mitico il suo “Drive in”). A Pechino viene mandato come ambasciatore Mariano Apicella, il bravo cantautore. Questo per dimostrare che il governo nomina chi merita, anche se vicino a Forza Italia. In Messico al consolato di Sonora viene ordinata di servizio Patty Pravo, mentre in Texas, a 1 km da El Paso, il consolato viene chiuso per mancanza di personale (per cui chi ha bisogno si rivolga a Durango, presso il console onorario, tale Giovanni Luresi, che è dei servizi segreti).

 

Addetto militare presso l’ambasciata di Berlino viene nominato Marco Tardelli. Il mitico campione del mondo può ricoprire tale carica essendo stato negli anni Settanta nella Nazionale militare azzurra. Ancora, il bravo Antonello Venditti è il nuovo console a New York, la sede diplomatica più prestigiosa. All’ambasciata di Gibuti invece viene spedito (non senza rimostranze) Jacopo Fo, che non accetta ma viene obbligato da Di Battista. A Pyongyang, Corea del nord, viene mandato Checco Zalone, che non essendo comunista gli vengono respinte le credenziali dal governo locale. Al suo posto viene mandata Anna Falchi (per cui adesso le lettere d’amore le manderò lì, spero non vengano protocollate e spedite all’archivio di stato, però non c’è problema).

 

Al Cern di Ginevra viene mandato come delegato sindacale Montezemolo, che però non può toccare niente se no rischia di rovinare un esperimento che come al solito darà risultati contrastanti per cui era meglio non fare niente. Alla Fao delegato per l’Italia è Tommaso Montanari, che subito chiede di spostare la sede da Roma a Tunisi, dove presso la nostra ambasciata viene messo Marco Travaglio. Peter Gomez invece diventa console a Malta, dove però il precedessore si rifiuta di dimettersi per cui lo lasciano lì e Gomez va a Seattle all’ufficio di cultura italiana presso il consolato. Invece come osservatore Onu per il Darfour sono in ballo due nomi: uno è Gigi, l’altro Andrea, il mitico duo bolognese, tra i miei preferiti. Come responsabile dei mosaici di Ravenna il governo nomina me. Ringrazio e accetto, pur non avendo nessuna competenza nel settore. Penso di imparare andando a chiedere qua e là.

 

Viene rimosso il direttore dell’area archeologica di Pompei e Campi Flegrei, al suo posto viene messo l’ex presidente dell’Inter Thohir, che si è detto onorato dell’incarico. Non potrà essere in ufficio tutti i giorni, però si affida con piena fiducia ai dipendenti del sito archeologico numero uno al mondo. Altri due bellissimi e ambiti incarichi sono alla Fifa e all’Agenzia dell’energia atomica. Qui il governo italiano nomina Alvaro Vitali per tutti e due i posti. Grillo invece siede sui banchi dell’Onu a rappresentare le Repubbliche marinare di Genova, Pisa, Amalfi e l’altra che adesso non ricordo. Viene eletto segretario generale delle Nazioni Unite, primo a non sapere l’inglese. All’Ocse e al Fmi viene mandato Borghi, che dai ragionamenti che fa gli altri si chiedono: “Ma dove siamo, alla Sorbona?”. Risposta: sì. Finiamo questo elenco di nomine con la Nasa. L’Agenzia spaziale ha un membro per ogni nazione della Terra. Per l’Italia il governo ha scelto il rag. Ugo Fantozzi, che senza volerlo fa slittare il Programma Marte di 130 anni. Motivo? La Nasa inquina. (Un saluto a Paolo Villaggio, che se la ride).

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