Le #Segnalazioni del M5s le ha inventate Robespierre. E non finì bene

Antonio Gurrado

Il nuovo sistema di delazione popolare voluto dai grillini su Rousseau e quella somiglianza con la legge del 23 Ventoso dell’anno II della Repubblica francese

I militanti del Movimento 5 stelle non lo sanno, ma lo strumento #Segnalazioni – adesso disponibile sulla piattaforma Rousseau per “segnalare in maniera puntuale e tempestiva iscritti, candidati e portavoce eletti che non rispetteranno i principi (…) inserendo i dati della persona da segnalare, il ruolo che ricopre (iscritto, candidato o portavoce) e la regola che è stata violata” – è un’evidente citazione della legge del 23 Ventoso dell’anno II della Repubblica francese: “Sono dichiarati traditori e saranno puniti come tali quelli che saranno riconosciuti colpevoli di avere, in qualsiasi modo, favorito nella repubblica il piano di corruzione dei cittadini, la sovversione dei poteri e dello spirito pubblico, di aver creato dell’inquietudine, di avere tentato di indebolire o alterare la forma di governo”.

 

E’ il 13 marzo 1794 e da meno di un anno i rivoluzionari hanno varato la nuova Costituzione dell’anno I, che istituisce il culto della Dea Ragione e riforma il calendario secondo l’assurdo sistema di decadi e mesi dai nomi atmosferici. Pochi mesi prima i sanculotti hanno fatto irruzione nell’Assemblea per aprire il Parlamento come una scatola di tonno, scacciandone i moderati e lasciando campo pressoché libero ai giacobini sostenitori dell’imposizione autoritaria di democrazia ed eguaglianza, della limitazione della libertà economica per garantire un reddito a tutti i cittadini, e della virtù repubblicana obbligatoria.

 

Il 23 Ventoso è proprio il giorno in cui Robespierre ottiene di disporre misure eccezionali di sicurezza; tre settimane dopo si proclama capo del più radicale governo del cambiamento. “Il mondo è cambiato”, dichiara il 7 aprile, “ma deve cambiare ancora. Tutto deve mutare nell’ordine morale e politico. La metà della rivoluzione è già in atto, l’altra metà deve ancora compiersi. L’Europa è in ginocchio dinanzi alle orme dei tiranni che puniamo”. Detto questo, decide di calmierare prezzi e salari nel giubilo di un popolo che s’illude di diventare ricco per decreto. Un paio di mesi dopo, Robespierre vara la Legge dei sospetti: sopprime tutte le garanzie di giustizia e consente condanne indiziarie senza processo, basate sul giudizio morale collettivo. Istituisce all’uopo un Comitato di sicurezza generale che, in mancanza di piattaforme online, coordina ventimila Comitati rivoluzionari locali, le cui sentenze inappellabili vanno eseguite entro ventiquattr’ore massimo. “Non abbiamo diritto di provare pietà”, spiega. Nella sola Parigi vengono ghigliottinate millequattrocento persone in un mese, diciassettemila in un anno, cifre di fronte a cui suona velleitaria la postilla del Blog delle Stelle secondo cui “le segnalazioni non supportate da adeguati riscontri oggettivi possono portare all’apertura di una procedura disciplinare a carico del segnalatore”. Il precedente è orribile ma, se non altro, ha un aspetto positivo: il popolo non si raccapezzò mai né col nuovo culto né col nuovo calendario, scoprì che prezzi e salari fissati dallo stato impoverivano tutti, perse fiducia nel cavaliere della virtù e così Robespierre venne sospettato, arrestato, processato sommariamente e ghigliottinato a soli quattro mesi dall’invenzione delle #Segnalazioni rivoluzionarie.

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