L'incredibile arte di scontentare tutti

Redazione

Industria e movimenti del No promettono piazze piene contro Di Maio & Co.

Il governo del cambiamento è molto vicino a raggiungere un risultato che nessun’altra forza politica era mai riuscita a ottenere. La delusione nei confronti della legge sul lavoro e la complicata situazione sul fronte delle infrastrutture potrebbero portare insieme nelle piazze gli industriali e i movimenti del “No a tutto”. Ieri in un’intervista al Messaggero, il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha detto che “il nervosismo del nostro mondo è molto elevato” e per questo non esclude di “portare i cittadini imprenditori in piazza”. Altrove, su Facebook, il segretario di Rifondazione comunista per la provincia di Torino, Ezio Locatelli, ha riferito di un grave malcontento che sta contagiando anche la parte più grillina del movimento No Tav. “Si preannuncia un autunno caldo in Valsusa. Sempre più si moltiplicano le voci che invitano a scendere di nuovo in piazza in una grande manifestazione contro la Tav e contro un governo che al pari dei governi precedenti non sta facendo nulla di nulla” per fermare i cantieri. La demagogia del Movimento cinque stelle sta svelando la sua inconsistenza anche in Puglia, dove il governo resta ambiguo su Ilva – su cui si attende nelle prossime ore il parere dell’Avvocatura dello stato sulla gara vinta l’anno scorso da ArcelorMittal – e su Tap. Chi chiede la chiusura dell’acciaieria e lo stop al gasdotto ha contestato in queste settimane l’attendismo di un governo che ha promesso il cambiamento e ora tentenna. Il tempo che passa senza che sia chiara la linea, bistrattata tra i due azionisti al potere, non è solo una minaccia per la credibilità del paese. Ha anche un prezzo in termini di consensi e nutre il risentimento del popolo che si aspettava la rivoluzione. Si riempiano le piazze.

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