Ecco i troll anti Mattarella
Per capire chi ha guidato a maggio gli attacchi contro il capo dello stato non serve parlare di Russia. Basta avere memoria: i troll sono quelli al governo, e queste sono le loro firme
Tra il 27 e il 28 maggio del 2018, quando Sergio Mattarella decise di non avallare la nomina di Paolo Savona come ministro dell’Economia del governo Conte, sulla rete, e non solo, si è scatenata una campagna virale contro il capo dello stato finalizzata a delegittimare la figura del presidente della Repubblica, reo di aver fatto prevalere le sue prerogative costituzionali nella fase della nascita di un governo (il presidente della Repubblica nomina il presidente del Consiglio e, su proposta di questo, anche i ministri). Qualche giorno fa, la Procura di Roma ha affidato ai magistrati del pool anti terrorismo un’inchiesta per verificare l'origine comune di circa 400 nuovi profili nati su twitter da cui partirono migliaia di insulti e inviti alle dimissioni nei confronti di Mattarella. Del caso se ne occuperà anche il Copasir. Ma per capire chi ha ispirato quella campagna twitter è sufficiente vedere chi in quelle ore provò a mettere in stato di accusa il presidente della Repubblica. In questa pagina trovate una ricostruzione.
“Se andiamo al voto e vinciamo poi torniamo al Quirinale e ci dicono che non possiamo andare al governo. Per questo dico che bisogna mettere in Stato di accusa il Presidente. Bisogna parlamentarizzare tutto anche per evitare reazioni della popolazione”.
Luigi Di Maio, Movimento 5 stelle, 27 maggio 2018, “Che Tempo che Fa”
“La Lega non può tirarsi indietro su questa azione di responsabilità nei confronti del presidente della Repubblica, sennò dimostra di non voler andare fino in fondo. Leali alla costituzione, avevo promesso, e non l’ho tradita io stasera questa promessa”.
Luigi Di Maio, Movimento 5 stelle, 27 maggio 2018, a Fiumicino parlando dal palco di un comizio dell’ipotesi di impeachment
“La richiesta di impeachment per il presidente Mattarella la presenteremo appena possibile. Ci stiamo riunendo per decidere. Il problema è politico. In Italia per il presidente Mattarella non potrà mai esserci un governo che critica la Ue. E questa è una ingerenza politica bella e buona. Smettiamo di girarci intorno. E’ inaccettabile sentire un no su un nome. Mattarella avrebbe avuto un problema qualsiasi nome avremmo portato. E anche se tornassimo al voto cambiando le proporzioni saremmo punto e a capo. Bisogna risolvere il problema della ingerenza di Mattarella nella formazione del governo”.
Manlio Di Stefano, Movimento 5 stelle, 28 maggio 2018
“Abbiamo messo in piedi un governo. Potevamo essere già al lavoro. Ci hanno detto di no. Torniamo al voto. Ma se ci ripresentiamo di nuovo al Quirinale e trovano un altro ministro che ha scritto qualcosa che non andava bene ricominciamo daccapo? Il problema di cosa decide il presidente ce lo dobbiamo porre ora in Parlamento. Gli italiani devono rendersi conto che il loro voto conta se no è finita la democrazia. Spero Salvini ci segua. La prossima volta quando abbiamo almeno la possibilità di portare gente onesta in Parlamento. Mi devono spiegar perché la Boschi e Alfano si e Paolo Savona no”.
Luigi Di Maio, Movimento 5 stelle, 28 maggio 2018
“E’ stata strattonata la Costituzione. E’ giusto che cerchiamo con tutte le nostre forze di mantenere in un circuito democratico quanto abbiamo subito coinvolgendo tutte le persone che ci hanno seguito, che ci conoscono, che sapevano che eravamo e siamo nel giusto. Se su questa scelta Salvini non ci dovesse venire dietro significa che ha paura e che è un pavido”.
Danilo Toninelli, Movimento 5 stelle, 29 maggio 2018
“Secondo me quello di Sergio Mattarella è un attentato alla Costituzione. Dirò di più: è anche una forma di alto tradimento. Credo che gli estremi ci siano. Sulla procedura ci atterremo a quanto previsto. Io non sono un costituzionalista, sono un collega di Conte, ma sto studiando il merito della questione. E cioè se Sergio Mattarella, col suo veto su Paolo Savona, abbia violato l’articolo 90. Il potere di nomina del premier e dei ministri e’ sicuramente condiviso tra il presidente del Consiglio e il presidente della Repubblica, ma non in modo simmetrico. Il presidente incaricato può essere fermato nella scelta di un ministro quando c’è un problema di “legalita” formale di quella scelta. I precedenti ci dicono questo: nei casi di Gratteri, Previti, Maroni c’erano questioni oggettive per i quali il capo dello Stato di allora aveva chiesto un cambio di nome. In questo caso, invece, c’e’ stata una valutazione strettamente politica”.
Ugo Grassi, senatore del Movimento 5 stelle, 28 maggio 2018
“Il nostro voto NON può essere annullato da istituzioni straniere, dai mercati, o da opinioni POLITICHE del Presidente che non può né deve esulare dal suo ruolo”.
Dino Giarrusso, Movimento 5 stelle, 28 maggio 2018
“Sì alla messa in stato d’accusa al Presidente della Repubblica Mattarella: Speriamo ci segua anche Salvini”. #Impeachment #IlMioVotoConta
Vilma Morenese, Movimento 5 stelle, deputato
“Non esiste mandare nel caos il paese per fini ideologici. Credo sia arrivato il momento per #impeachment a #Mattarella. E’ una strada obbligata e coerente”.
Carlo Sibilia, Movimento 5 stelle, deputato, 27 maggio 2018
“Come un vaso di coccio fra vasi di ferro il nostro Don Abbondio si è chinato alla finanza e alle lobbies mostrando in maniera lampante che l’Italia è completamente serva dell’arroganza europea e dei suoi banchieri. Ha preso una decisione folle e assurda cercando di giustificarla con il dovere di tutelare i risparmi degli italiani. Ma di quali risparmi parla? E di quali italiani? Mattarella ha avuto paura delle reazioni degli investitori senza minimamente prendere in considerazione le reazioni degli elettori. Mattarella ha trasformato lo SPREAD in arbitro della politica italiana, senza capire che lo SPREAD non indica il rapporto fra i BTP e i Bund, ma solo ed esclusivamente il grado di disprezzo della Germania nei confronti dei governi italiani. Se vai a genio alla Merkel lo SPREAD cala, se stai sulle palle alla Merkel lo SPREAD cresce. Sotto i 200 la capra canta, sopra i 200 la capra crepa. Non c’è politica in tutto ciò che è accaduto e soprattutto non c’è democrazia. Siamo un Paese a libertà limitata e condizionata, ora lo sanno anche i bambini di 6 anni. Se riporti il bastone alla finanza e alle lobbies ricevi i croccantini e una carezza, se ti mostri retto e coraggioso ricevi bastonate e ti viene a prendere l’accalappiacani. In un attimo è crollata la maschera di giornalisti, intellettuali ed economisti al servizio della finanza che li mantiene, li sponsorizza, offre loro cattedre e riconoscimenti nei salotti di prima classe. Ora anche i bambini comprendono che se stai con loro sei protetto, sei un bravo sindaco, governatore, ministro o premier. Se a loro ti opponi e fai il tuo dovere allora vai schiacciato, annientato e deriso come Conte, come Di Maio, come i nostri sindaci a 5 stelle (che dovremmo ringraziare ogni giorno per quello che fanno). In questi anni abbiamo veramente sopportato l’impossibile, e lo dico in prima persona avendo dovuto sputare sangue nella terra in cui il Pd e le loro lobbies sono le più forti del Paese. Siamo però stati bravissimi ad incanalare la rabbia e la sofferenza dei cittadini all’interno di un percorso democratico e virtuoso. Se però ora la democrazia viene messa in un angolo davanti allo straordinario risultato ottenuto da due forze politiche invise ai banchieri europei, allora quella rabbia sarà molto più difficile comprimerla. La decisione di Mattarella è quindi incredibilmente folle proprio per questo. Quale danno avrebbe mai potuto fare all’Italia e all’Europa il professor Savona se paragonato ai danni fatti alla democrazia, all’Italia e all’Europa da una scelta cieca come questa? ‘Illustri’ commentatori oggi dicono: ‘ma bastava mettere Giorgetti al posto di Savona, avete voluto far saltare tutto voi e soprattutto l’ha voluto Salvini’. Ma andate a New York a perfezionare gli studi, per favore. C’era un contratto di Governo, ci sono state settimane di lavoro e di sudore e il senso di responsabilità di queste due forze aveva già portato a tante dolorose rinunce da una parte e dall’altra. Avete taciuto o peggio strizzato l’occhio e asservito le vostre penne a ministri con la terza media, a ministri condannati, a ministri indagati per reati gravi, a ministri con conflitti d’interessi più grandi del debito pubblico, a ministri completamente incompetenti nella materia che andavano a dirigere, asserviti ai Mastella, agli Alfano, ai Poletti, ai Lotti, alle Boschi, e chi più ne ha più ne metta. Ma un professore di 82 anni già ministro del governo Ciampi creava terrore per via di un libro? Ma chi volete prendere in giro? Chi siete, la nuova ‘Inquisizione’? Volete arrogarvi il diritto dell’IMPRIMATUR come faceva la Chiesa nel 1500 prima di autorizzare la stampa di un libro? Ma non vi rendete conto di cosa state difendendo e di cosa avete combinato? Siete davvero così obnubilati e servi della finanza da non vedere l’onda popolare (e non populista) che si sta alzando sempre più alta?
Avevate una grande chance per far perdere consensi al M5s ed era quella di metterci davanti a una gravosa responsabilità di Governo in un momento economico e internazionale così complesso, invece avete scelto la schiavitù, il servilismo e la paura ancora una volta, condannandoci a crescere ancora, ad essere ancora più vicini e più amati dai cittadini, a travolgervi di realtà e buon senso fra qualche mese.
Tenetevi i Cottarelli, a noi lasciateci il popolo e la democrazia”.
Max Bugani, Movimento 5 stelle, 28 maggio
“Il Presidente Mattarella ha detto di non aver messo veti sui nomi. Ha fatto molto peggio, ha interferito con le decisioni politiche di una potenziale maggioranza di governo decidendo che alcuni temi non possono essere nell’agenda di governo. Nonostante la volontà popolare. Penso che si sia passato il limite”.
Stefano Patuanelli, Movimento 5 stelle, 28 maggio
“Il senso del discorso di Mattarella: io rispondo agli operatori economici e all’Unione Europea, non ai cittadini. Ma nella Costituzione non c’è scritto. Disgusto”.
Marcello Foa, giornalista, consigliere del cda Rai, proposto come presidente della Vigilanza da M5s e Legalmente, 27 maggio 2018
“Forza mister Allegria, fai il tuo dovere e non avrai seccature. Mi permetto di dargli un consiglio, un consiglio a costo zero. Vada a rileggere le vicende della Bastiglia, ma quelle successive alla presa. Quando il Popolo di Parigi assaltò e distrusse quel gran palazzone, simbolo della perfidia del potere, rimasero gli enormi cumoli di macerie che, vendute successivamente, arricchirono un mastro di provincia. Ecco, il Quirinale è più di una Bastiglia, ha quadri, arazzi, tappeti e statue”.
Vittorio Di Battista, 23 maggio 2018
“Mattarella? Faremo formalmente la richiesta di impeachment, sperando che le altre forze politiche la sostengano. Qua non si tratta più di M5s o Lega, ma di rispetto nei confronti del popolo italiano e della sovranità popolare. Il M5s può piacere o non piacere, ma abbiamo preso il 32 per cento dei voti dei cittadini. Abbiamo trovato un accordo di governo con un’altra forza politica, abbiamo la maggioranza in Parlamento, abbiamo individuato un presidente del Consiglio, abbiamo trovato dei temi graditi alla maggioranza degli italiani che hanno votato queste due forze politiche, abbiamo, come sempre, rispettato la democrazia e la Costituzione. Ma avremo il diritto di partire”.
Alessandro Di Battista, 28 maggio 2018
“Se il veto su Savona impedisse la formazione del governo chiederemo al Parlamento la messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica. Fratelli d’Italia chiederà la messa in stato d’accusa di Mattarella, influenzato dalle nazioni straniere”.
Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, 28 maggio 2018
“Se il nostro voto non ha avuto alcun senso, allora veramente i cittadini italiani non contano più nulla. E’ una situazione gravissima e inaccettabile. Facciamo sentire la nostra voce il 2 giugno alle 19:00, in Piazza della bocca della verità, a Roma. #IlMioVotoConta”.
Paola Taverna, Movimento 5 stelle, 29 maggio 2018
“Nella mia libera opinione di cittadino e di eletto, ritengo che il Presidente della Repubblica Mattarella sia andato ben oltre le sue prerogative. Mi auguro che la sua messa in accusa venga votata in Parlamento #impeachment #ImpeachmentperMattarella”.
Elio Lannutti, Movimento 5 stelle, senatore, 28 maggio 2018
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