Matteo Salvini (foto LaPresse)

Per conquistare il Sud Matteo Salvini preferisce l'usato sicuro

Paolo Emilio Russo

Nella trattativa con gli altri partiti della coalizione la Lega ha ottenuto 17 collegi uninominali nelle regioni del Mezzogiorno. I candidati sono per la maggior parte parlamentari uscenti. E in Sardegna c'è l'accordo con il Partito sardo d'Azione

Lo sbarco al Sud, finalmente. Dopo averlo annunciato, sfiorato e poi fallito, Matteo Salvini riuscirà ad eleggere i suoi primi parlamentari nelle Regioni del Mezzogiorno. Le complicate trattative per la distribuzione dei collegi uninominali tra i quattro partiti della coalizione di centrodestra e la situazione di oggettivo vantaggio al Nord - dove pure intendono correre molti big azzurri - hanno consentito al segretario leghista di accaparrarsi un buon numero di candidati in altrettante circoscrizioni meridionali: otto nel Lazio, tre in Sicilia, tre in Puglia, due in Campania e uno in Calabria. Non è finita: Salvini è volato fino a Cagliari per suggellare un’alleanza con il Partito Sardo d’Azione, che sarà “ospitato”, con tre candidati, tra le file leghiste il 4 marzo.

 

Però, più che far crescere una nuova classe dirigente leghista sotto il Po, l’erede di Umberto Bossi e Roberto Maroni ha offerto ospitalità a parlamentari uscenti (con un loro seguito, spesso ex forzisti, fittiani) affiancati da coloro che si erano impegnati nel progetto (poi abortito, molti ex di Alleanza nazionale) di “Noi con Salvini”.

 

Il caso più clamoroso resta l’accordo raggiunto nella Regione Puglia. Oltre ad essere il territorio dove in proporzione il centrodestra è più generoso con la sua componente leghista, nei tre collegi uninominali di fascia alta - quindi quasi certamente vittoriosi - dove la coalizione esprime un leghista, correranno i due deputati uscenti Trifone (detto Nuccio) Altieri e Roberto Marti. Entrambi erano stati eletti nel 2013 con il Popolo delle libertà, sono poi passati a Forza Italia e, nel 2015, se n’erano andati sbattendo la porta, aderendo ai Conservatori e riformisti di Raffaele Fitto. A differenza degli altri ex colleghi che sono confluiti i “Noi con l’Italia”, i due parlamentari pugliesi hanno aderito lo scorso novembre - last minute - alla Lega: il primo correrà per la Camera a Monopoli, il secondo capolista al Senato nel proporzionale Puglia-Sud. Nel collegio uninominale di Altamura sarà candidato sostenuto dall’intera coalizione di centrodestra Rossano Sasso, già coordinatore regionale di “Noi con Salvini”.

 

Il suo omologo campano, Gianluca Cantalamessa, ex missino (il padre Antonio è stato eurodeputato) poi candidato per il Pdl a Napoli, correrà in un collegio (blindato) per la Camera ad Aversa, nel Casertano. La seconda leghista campana candidata viene pure lei dal mondo della destra, precisamente da Alleanza Nazionale. Giuseppina Castiello - detta Pina - è stata eletta a Montecitorio nel 2013 con il Pdl, è stata a lungo esponente di Forza Italia, è transitata nel Carroccio (del Sud) due anni fa e il 4 marzo sarà in lista nel suo collegio “naturale”, a Torre del Greco.

 

Anche in Sicilia i candidati leghisti nei collegi maggioritari sostenuti dall’intero centrodestra sono tre uscenti come Alessandro Pagano (a Caltanissetta), Angelo Attaguile (al Senato a Catania) e Carmelo Lo Monte (a Messina). Il secondo e il terzo hanno percorsi politici lunghissimi alle spalle: Attaguile è stato candidato sindaco a Catania della Democrazia cristiana poi ha aderito al Movimento per le autonomie di Raffaele Lombardo, Lo Monte ha militato nella Dc, nel Ppi, nell’Udc, nell’Mpa, nel Centro democratico di Bruno Tabacci poi nel Partito socialista italiano di Riccardo Nencini, prima di approdare sotto le insegne di Alberto Da Giussano.

 

In Lazio, dove “Noi con Salvini” aveva fatto subito breccia soprattutto tra gli esponenti della destra storica, correranno l’uscente Barbara Saltamartini (ex An e Pdl), l’economista - new entry - Alberto Bagnai e altri due profili (provenienti dagli ambienti vicini al Movimento per la Sovranità) ancora da individuare.

 

Pure in Calabria il Carroccio ha chiesto - ed ottenuto - di esprimere un candidato in un collegio, di giocarsi la partita con un suo volto. Stavolta la metafora è azzeccata perché il profilo individuato sarebbe quello di Francesco Montoro, presidente di Eurotrend, sponsor di Pallacanestro Biella. Nonostante l’imprenditore viva al Nord, vorrebbe fare “qualcosa” per la sua terra d’origine e correrebbe nel collegio di Catanzaro-Vibo Valentia.

 

Anche lui, come tutti gli altri, sarà “ostaggio” dei voti di Forza Italia, Fratelli d’Italia e “Quarta gamba”, specularmente a quanto accadrà per i forzisti eletti nelle Regioni settentrionali grazie ai consensi del Carroccio. Ma chi può dire che questi - quasi venti! - parlamentari resisteranno alle sirene della “governabilità”, in caso di stallo dopo il voto del 4 marzo?

 

Anche per la Sardegna il segretario della Lega ha preferito “prendersi” quello che già c’era piuttosto che costruire ex novo. Così ha stretto un patto con lo storico Partito sardo d'Azione. Il segretario del movimento autonomista, Christian Solinas, sarà capolista della Lega al Senato nel proporzionale in Sardegna, mentre nei collegi uninominali Centro e Nord dell’Isola correranno due esponenti del partito: l’ex segretario del Psd’Az Lorenzo Palermo e un altro ancora da decidere. “La nostra è un’intesa culturale più che elettorale”, ha spiegato Salvini. Sarà pure vero, ma i sardisti hanno contribuito (con il 7% dei consensi, poco tempo fa) alla vittoria di Massimo Zedda, a Cagliari, l’ultimo degli “arancioni” rimasto in carica.