No, i grillini non sono i nuovi “barbari sognanti”

Roberto Maroni

Di Maio è un simpatico gaffeur, sorride molto e ogni giorno ne spara una più grossa. Prende voti? Sì, certo. Ma governare è un'altra cosa

Questa rubrica nasce per caso, anzi, per colpa del Direttore. Galeotto fu il pezzo “Viaggio tra gli ex barbari sognanti della Lega”. “Ma quali ex - protestai - i veri barbari non muoiono mai”. “Tu sei proprio un romanticone” mi rispose. È vero, in politica sono forse l'ultimo romantico, mi piacciono ancora i cineforum, l'onestà intellettuale e le amicizie disinteressate. Da qui la sfida: scrivere di politica, ovvio, ma anche di futuro e della gioia di vivere, la bella scintilla divina celebrata da Shiller. Bene, cominciamo. Il futuro politico che ci attende, da marzo in poi, sarà pieno di novità e (forse) di sorprese. Un governo di grillini? Sono loro i nuovi “barbari sognanti”, capaci di “vaffare” tutti i partiti della Seconda Repubblica? Eh, come no. Di Maio è un simpatico gaffeur, sorride molto e ogni giorno ne spara una più grossa. Peggio di De Magistris. Prende voti? Sì, certo. Ma governare è un'altra cosa. Non è tanto l'inesperienza il problema (nel '94 diventò Ministro dell'Interno un giovane leghista senza esperienza, che poi si è rivelato niente male), ma la certificata incapacità del M5s di creare una classe dirigente all'altezza. Ce n'è uno bravo, tipo il sindaco di Parma Pizzarotti? Espulso. Dilettantismo allo sbaraglio, questa è la vera “malattia infantile” del grillismo. E il programma? Peggio che andar di notte, ne parliamo la prossima puntata. Citazione della settimana: “Voglia di ricominciare, anche poco basterà, la bellezza di un inizio sembra non finire mai”. Di chi è? Stay tuned.

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