Gianni Fava (foto LaPresse)

Salvini mette il bavaglio ai fedelissimi di Maroni

Redazione

Dopo l'intervista del governatore lombardo al Foglio il segretario fa cancellare la partecipazione di Gianni Fava ad una trasmissione tv. E il deputato denuncia: “Boicottaggio sistematico della minoranza”

Nella sua intervista al Foglio Roberto Maroni ha accusato Matteo Salvini e la Lega, di averlo trattato con “metodi stalinisti”. “Io sono un leninista convinto - ha detto - uno che crede nella leadership, ma non avrei mai pensato di ritrovarmi di fronte un leader stalinista”. E ancora: “Ora che mi trovo in una posizione più defilata, mi verrebbe da dire fuori dalla politica, devo anche riconoscere che in questi giorni sono stato massacrato dai miei compagni di squadra, che hanno scelto di dare alla mia vita nuova un’interpretazione del tutto arbitraria, mentre sono stato ricoperto di affetto e amicizia da un mondo politico lontano da me, e questo mi ha colpito”.

 

E i “metodi stalinisti”, questa mattina, hanno preso di mira Gianni Fava, deputato della Lega Nord, ed esponente della minoranza “maroniana” del Carroccio. È lui stesso, su Facebook, ad annunciare che la sua “annunciata presenza al dibattito sull'autonomia delle 15 a TgCom24 è stata cancellata su espressa richiesta di un'addetta stampa del Senato che dice di essere portavoce del segretario federale”. “Non è certo la prima volta che succede (anzi purtroppo il boicottaggio è sistematico) - prosegue Fava - però resta l'amarezza di dover constatare che ormai in quel che resta della Lega non esiste nessun rispetto per chi rappresenta  la minoranza interna sancita dal regolamento”.      

 

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