LaPresse/Daniele Leone

L'albero caduto a Roma come paradigma di scarico-responsabilità

Marianna Rizzini

Tra tronchi e radici, pd e m5s, l'incubo ricorrente del "chi è colpevole"?

Roma. L’albero che appare così, al lato della strada, mezzo vivo e mezzo morto, più che altro dimezzato, con tronco mozzato. L’albero che alla prima giornata di ordinario maltempo autunnale oscilla nei suoi rami più esterni (e l’automobilista pensa: non è che sta per cadere?). L’albero che infine crolla davvero – e non è la prima volta – sul povero tassista nel quartiere Prati e sulle turiste attonite e per fortuna illese. L’albero che vacilla sulla Roma-Ostia, minaccia lo scorrimento sulla via del Mare, incombe come incubo ricorrente in Viale Mazzini, ed esce dal panorama inerte dell’ecologia urbana per farsi agente di sfacelo quotidiano: si scopre che l’albero danneggia, addirittura, i fili aerei della linea dei tram. E ormai l’albero romano, nell’immaginario collettivo del cittadino, si muove e cammina da solo, come in uno scherzo di Halloween o nel Macbeth, con i soldati mascherati dietro a rami e foglie. E si fa canovaccio di scontro politico con scarico di responsabilità sul modello “monnezza”: di chi è la colpa? si domandano infatti tra il Campidoglio, la Regione e il Parlamento, esattamente come quando il cassonetto straripa e la cartaccia ottunde la vista del sampietrino dove gira indisturbato il roditore. E insomma il pino riverso, e la preoccupazione da tragedia sfiorata, non sollevano soltanto l’ansia epidermica del “che cosa si rischia a mettersi in macchina lungo i viali?”, bensì il più persistente dubbio del “qui qualcuno ha sbagliato qualcosa”. Ma il punto è: che cosa? Perché nella Roma ormai portata a esempio di disastri misti, nel day after della caduta alberi, un mistero aleggia: il crollo è dovuto a mancanza di controllo o al taglio cosiddetto delle radici?

  

L’interrogativo, apparentemente surreale, non è peregrino. Affonda nella (relativa) notte dei tempi pre-Mafia Capitale, ma non molla i protagonisti dell’oggi. C’è infatti l’assessore all’Ambiente della Giunta Raggi Pinuccia Montanari che, nelle ore successive al fattaccio del taxi colpito, rivolgeva lo sguardo (e l’accusa) all’indietro: “In attesa della perizia, l’albero sembra caduto a causa dell’assenza delle radici, tagliate durante i lavori fatti all’epoca di Alemanno… in tre mesi abbiamo valutato 15. 400 alberi in tutti i municipi e il 3 per cento di questi è da abbattere, ma purtroppo sono dieci anni che non vengono effettuati monitoraggi e potature. Noi abbiamo iniziato a farlo, ma gli alberi a Roma sono 330 mila…”. Ma mentre ci si interroga sul censimento arbusti (o “mappatura”), dal Pd la consigliera Giulia Tempesta scrive il post della controaccusa: “Ecco che cosa succede quando non si fa la manutenzione del verde a Roma” (intanto, sempre in area dem, Athos De Luca, a proposito del volo d’albero lungo la linea ferroviaria Roma-Lido, parla di “inadeguatezza di questa giunta e di questa sindaca”). Per Fratelli d’Italia, invece, sono tutti colpevoli (Pd e M5s “due facce della stessa medaglia”, dice dal Primo Municipio Luca D’Aubert). Non è finita: l’ex assessore Estella Marino introduce l’argomento sconosciuto ai più: gli alberi cadono perché bisognava “sostituirli”, a “fine ciclo” cadono e alcuni “non avvisano” (sono verdi fino alla fine). E anche se di potature il cittadino non capisce nulla, il déjà-vu del rimpiattino sulle competenze prende piede sullo sfondo, e la storia improvvisamente, da capitolina che era, si fa quasi quasi universale .

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.