Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio (foto LaPresse)

L'appello dei grillini fuoriusciti per abbandonare il "Casalgrillo"

David Allegranti
I cinque ex deputati del M5s che hanno fondato Alternativa libera si rivolgono agli attivisti: "Abbiate coraggio, uscite allo scoperto e provate a cambiare le cose".

“Una volta usciti si sta meglio, si è più leggeri e più liberi. Non ci sono più rospi da ingoiare, non bisogna più arrampicarsi sugli specchi per giustificare errori non nostri”. Firmato, i cinque ex deputati del M5s (tre dei quali sentiti dal Foglio la settimana scorsa) che hanno fondato Alternativa Libera: Massimo Artini, Marco Baldassarre, Eleonora Bechis, Samuele Segoni e Tancredi Turco. I parlamentari hanno scritto una lettera aperta agli eletti e agli attivisti del M5s, “a chi soffre in silenzio”, dopo i recenti fatti di Quarto, per invitarli a uscire allo scoperto e ad abbandonare il Casalgrillo. Il progetto del Movimento si è rivelato fallimentare ed è ormai quanto di più lontano ci sia dall’idea iniziale: “Non mentite a voi stessi - scrivono - e non nascondetevi dietro a un dito. Ormai è sempre più evidente che la splendida idea che ci aveva scrollato dal torpore, ci aveva unito e convinto ad impegnarci in prima persona non verrà mai messa in pratica”.

 

Rassegnati, delusi, insoddisfatti. I deputati ex grillini sanno come ci si sente a stare nel M5s, dove ci sono “capi”, “padroni” e “depositari della verità assoluta”. Nella lettera, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio non vengono mai citati ma è evidente che il riferimento principale sono loro. “Vi vediamo sempre più imbarazzati in questa situazione che vi spinge verso uno di due estremi parimenti terribili: lì dove siete o ci si adegua al branco, si china il capo e si va avanti a testa bassa oppure ci si relega in un angolino, auto-ripiegandosi sul proprio piccolo ambito di lavoro che in sordina si continua a portare avanti, spesso in maniera egregia”. Dunque, cari parlamentari superstiti, “cosa conta di più per voi? Da cosa è fatta la politica? È fatta dal marketing o dagli ideali?”. Loro, i fuoriusciti, stanno provando a dare qualche risposta. “Abbiamo messo da parte il risentimento e la frustrazione (che pure abbondavano) stiamo tentando di costruire un nuovo movimento, correggendo gli errori riscontrati, salvando i principi buoni, affinando alcuni aspetti in base a quello che con l’esperienza diretta abbiamo imparato in questi anni vissuti attivamente in Parlamento e sui territori”.

 

[**Video_box_2**]Quindi l’appello rivolto ai vecchi compagni di viaggio: “Abbiate coraggio, uscite allo scoperto e provate a cambiare le cose. Non siate complici di un disegno che punta a sterilizzare il dissenso degli italiani che hanno votato per una forza che si proponeva di cambiare il Paese”. Quel cambiamento insomma non c’è stato, come avevano già raccontato al Foglio i parlamentari cacciati o usciti dal M5s, ormai diventato un partito come tutti gli altri.

  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.