(foto Ansa)

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Odessa martoriata: morti e feriti dopo l'ennessimo attacco missilistico

Adriano Sofri

I bombardamenti russi si sono intensificati. È stata colpita una zona residenziale, vicino al mare. Solo pochi giorni fa i droni vicino al luogo dell'incontro tra Zelensky e Mitsotakis

Odessa è stata colpita dal più duro attacco missilistico dall’inizio della guerra. Quando scrivo, il governatore, Oleh Kiper, dà notizia di almeno 19 morti e 55 feriti. I missili, almeno tre, hanno mirato a una zona residenziale sul mare, dov’è la spiaggia nota per la dacia di A. Kovalevskij. Fra i morti si contano militari di primo piano, come l’ex vicesindaco di Odessa Sergei Tetyukhin, che si è unito alle forze di difesa ucraine a novembre, il deputato Dmitry Abramenko, capo della direzione nazionale della polizia e del dipartimento di prevenzione dell’oblast’ di Odessa. (segue a pagina tre) E Alexander Gostishchev, già vice della direzione di polizia nazionale, comandante del battaglione “Tsunami”. Il numero maggiore di vittime si conta tra i residenti locali e i soccorritori del servizio civile di emergenza, un medico, infermieri, accorsi sul luogo della prima esplosione, cui hanno fatto seguito le altre. E’ un meccanismo sperimentato, quello dei colpi successivi che fanno strage nel mucchio richiamato dal primo.

Gli attacchi su Odessa si sono moltiplicati. Pochi giorni fa l’episodio dei droni nell’area del porto, che hanno ucciso cinque persone, e sono caduti vicino al luogo dell’incontro fra Zelensky e il primo ministro greco Mitsotakis. Di cui lo spiritoso Medvedev aveva commentato che non erano stati il loro bersaglio, ma che non gli sarebbe dispiaciuto. Zelensky e Mitsotakis si incontravano per commemorare le 12 vittime civili, fra cui cinque bambini, dell’attacco di razzi su un condominio il 2 marzo.

“La gente piange per strada, leggendo via via sui telefoni – scrive Anna Golubovskaya – Anche i medici piangono. Ho parlato col medico di una delle ambulanze, per lui era la prima volta di una tale portata di morte. Non c’è panico, né là né altrove in città. In mezz’ora la carenza di sangue nel punto della donazione era stata colmata. Hanno raccomandato alla gente di tornare a casa: una fila enorme che voleva aiutare”. Per sabato è stato ordinato il lutto per la città e l’intera regione.

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