(foto Ansa)

Piccola posta

Se la strage non è abbastanza strage

Adriano Sofri

È sorprendente la facilità con cui i numeri condizionano la nostra percezione della realtà. Soprattutto quando si parla di tragedie umane e delle vittime di queste tragedie

Massacri, stragi, stermini, hanno una funzione omeopatica, una mitridatizzazione, alla rovescia. La superdose, una volta assunta, commemorata e metabolizzata, varrà a far passare senza complicazioni le dosi minori, per ingenti che siano. Cinque giorni fa affogano di colpo in 61, molte donne e molti bambini? E’ un peccato, ma a Lampedusa nel 2013 affogarono in 368 in una sola volta. Sei volte tanti. (Il giorno prima Rishi Sunak, ospite alla festa rmana, aveva dichiarato “insostenibile e immorale” l’afflusso di migranti a Lampedusa). Scriveva ieri Paolo Fallai sul Corriere: “Ci siamo abituati a queste stragi: 61 annegati non sono poi tanti di meno rispetto ai 94 cadaveri restituiti dal mare a febbraio sulla spiaggia calabrese di Cutro”.

Vale anche il contrario: 61 sono soltanto i due terzi di quelli di Cutro. E dei 61 non si è potuta occupare la Ocean Viking cui era stato ordinato di portare il suo scarso carico di soccorsi, 26, a Livorno, per allungare la rotta e levarsi di torno: ma volete mettere con la Guardia Costiera a Cutro? Continuava Fallai: “Da quel 2013 nel Mediterraneo sono morte affogate 28.000 persone… Sono poco meno degli abitanti di Aosta”. Però in due mesi e mezzo a Gaza sono già morti, si dice, più di 20 mila – finora. Più di 20 mila: come tutta Bussolengo, o Montecatini. O Pachino (no, il confronto con Pachino non funziona, pomodorini, luogo di diminutivi e minimizzazioni).

A qualcuno possono servire, questi paragoni. Se sei di Aosta, per esempio, e la immagini affogata, tutta intera, lei così estranea al mare. O se sei di Bussolengo, o di Montecatini Terme, e ti immagini morta del tutto a Gaza.
Nelle guerre, nelle migrazioni, nelle alluvioni, bisogna puntare agli estremi. O la cifra enorme, il record, quella cui si intitolerà il Giorno della Memoria. O l’individuo, una sola, uno solo, meglio se bambina, con un cappottino rosso, bambino, con una maglietta rossa.

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