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L'insuperato prototipo degli scherzi russi: Alexei Navalny al telefono con l'Fsb

Adriano Sofri

Nel 2020 il dissidente russo ha pubblicato la registrazione di una chiamata con un agente dell'intelligence. Nel corso della conversazione Navalny era riuscito a farsi raccontare il piano per essere eliminato 

Per venire incontro alla vasta ammirazione per gli scherzi russi, cedo lo spazio di oggi al loro insuperato prototipo. Il 21 dicembre 2020 Alexei Navalny rese pubblica la registrazione di una telefonata con l’agente operativo del Fsb, Konstantin Kudryavtsev, membro della squadra che nell’agosto lo aveva avvelenato mentre era in viaggio per la Siberia. L’aereo atterrò nell’aeroporto più vicino e le cure tempestive riuscirono a salvare la vita di Navalny. In quel dicembre, dalla Germania, dove si trovava, Navalny telefonò a Kudryavtsev fingendo di essere l’assistente del direttore del Fsb.

Navalny: Konstantin Borisovich?

Kudryavtsev: Sì, sì!

N: Parla Ustinov Maxim Sergeevich, assistente di Nikolay Platonovich Patrushev. Ho avuto il tuo numero da Vladimir Mikhailovich Bogdanov [capo del centro di tecnologia speciale del Fsb. Mi scuso per l’ora, ma ho urgente bisogno di 10 minuti del tuo tempo.   

K: Senz’altro.

Il sedicente “Maxim” spiega di essere incaricato di investigare su che cosa sia andato storto nell’operazione per avvelenare Navalny.

K: Ci sono sempre delle sfumature, in ogni incarico. Tutta la cosa è finita, per così dire, per sbandare… Insomma, non so come dirlo bene qui…

N: Dunque?

K: Dunque, è atterrato, e la cosa si è sviluppata in un modo che… Non favorevolmente per noi, direi. Un po’ di tempo in più, e penso che le cose sarebbero andate diversamente.

N: Un po’ di tempo in più, quanto, Konstantin Borisovich?

K: Di volo.

N: Un po’ di più in volo?

K: Be’, forse, sì, se avessero volato un po’ di più e non fossero atterrati così presto da qualche parte eccetera, può darsi che sarebbe andata diversamente. Cioè, se non fosse stato per il lavoro veloce dei medici, i paramedici sulla pista d’atterraggio, eccetera. 

Kudryavtsev dice che era andato a Omsk il 25 agosto – 5 giorni dopo l’avvelenamento – per l’operazione di ripulitura. A lui spettava di rimuovere le tracce dell’agente nervino, novichok, dagli abiti di Navalny. 

K: Li hanno trattati con delle soluzioni, che non fosse… oh… come dirlo… trattato in modo che non ne restasse nessun segno, niente del genere. 

N: Tutte le sue cose furono trattate? 

K: No, non tutte all’inizio. Prima le cose essenziali: vestiti, mutande, tutta quella roba. Quando ce ne andavamo, fu portata un’altra scatola, e tutto, tutto era stato lavorato là alla fine.  

N: A proposito, c’è qualche possibilità che la moglie di Navalny, o qualcuno in ospedale, abbia tagliato un pezzo di vestito, e l’abbia tenuto…

K: No.

N: Non è possibile?

K: No. Ogni cosa era intera. Nessuna traccia di tagli o simili. 

N: Ma secondo te, come hanno fatto i tedeschi alla fine a scoprire tutto? 

K: Mah, è intervenuta la Bundeswehr. Quelli hanno dei chimici militari che lavorano per loro. Magari hanno dei metodi di rilevamento. 

La conversazione dura 49 minuti, il sedicente Maxim insiste per farsi dire da Kudryavtsev dettagli sul modo in cui avvenne l’avvelenamento. 

N: E su quale capo di vestiario vi siete concentrati? Quale capo era più a rischio? 

K: Le mutande.

N. Le mutande.

K: A rischio in che senso?

N: Dove la concentrazione di novichok poteva essere più alta.

K: Be’, le mutande.

N: Vuoi dire la parte interna o la esterna?

K: Be’, noi lavoravano la parte interna. E’ questo che facevamo.

N: Allora, immagina di avere davanti delle mutande, quale parte lavori? 

K: L’interna, dov’è l’inguine. 

N. L’inguine?

K: Be’, la forcella, come la chiamano. Ci sono delle specie di cuciture là, con le cuciture. 

N: Aspetta, questo è importante. Chi ti ha dato l’ordine di lavorare il sospensorio delle mutande? 

K: Ci abbiamo pensato da soli. Ci avevano detto di occuparci del lato interno delle mutande. 

N: Sto prendendo appunti. Il lato interno. Ok… Ti ricordi il colore delle mutande?

K: Blu. Ma non sono sicuro…

N: Ed erano intere, voglio dire, in teoria noi (l’Fsb) potremmo restituirle? Non è che lo faremo, ma insomma sono intatte e a posto? 

K: Sì, tutto chiaro.

N: A occhio, non si scoprirebbe niente? Non ci sono macchie, niente?

K: No, no. Tutto a posto, sono in buono stato, pulite. 

N: Pensi che sia stato un errore – il metodo seguito?

K: Be’, questo non è affar mio.

N: E qual è la tua opinione??

K: E’ quello che i miei superiori hanno deciso, e perciò probabilmente è corretto. Il metodo è buono. 

N: Be’, lui è restato vivo, dunque non è così buono. Capisci che cosa voglio dire? 

K: Mah, ho già detto che le circostanze andarono in modo tale... e la cosa sta così. Ci fu il contatto – perciò la penetrazione fu adeguata. Sono decisioni che dipendono dalla situazione e dall’esperienza.
 

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