Matthias & Maxime

Di Xavier Dolan, con Xavier Dolan, Anne Dorval, Gabriel D’Almeida Freitas, Pier-Luc Funk (da oggi su MioCinema e Sky Primafila Premiere)

Mariarosa Mancuso

Continua il paradosso. Film nuovi on demand: quello cinefilo di MioCinema.it, la piattaforma digitale legata alla sala cinematografica, che riceve una percentuale, e quello mainstream di Sky. Film già visti – erano su altre piattaforme nei mesi scorsi – per gli spettatori che vanno al cinema. Ennio Flaiano sta godendo, da lassù, per le complicazioni che confermano la sua idea: l’arabesco è in Italia la linea più breve tra due punti. MioCinema ne approfitta per mettere online – doppiati o sottotitolati, così potrete godervi il tremendo francese che parlano in Québec – tutti i film del regista prodigio che fu nel 2009 la sensazione del festival di Cannes. A vent’anni aveva diretto “J’ai tué ma mère”, e pure recitava, su un copione scritto quando di anni ne aveva sedici. “Mommy”, il suo quinto e bellissimo film, vinse il premio della giuria. Sempre a Cannes, nel 2015: il giovanotto ormai sta nel gruppo dei fedelissimi, quando il festival si fa (la bestemmia fu fargli dividere il premio con “Adieu au langage” di Jean-Luc Godard: un regista giovane e pieno di energia, che ama il cinema e non tenta di cambiarlo contro il venerato maestro che ogni minuto vuole fare la rivoluzione, e fa scappare lo spettatore.

 

“Matthiae & Maxime” è l’ultimo film di Xavier Dolan, a Cannes l’anno scorso (qui il virus non c’entra: molti titoli, anche premiati, aspettano mesi per uscire in sala). Dopo “Tom à la ferme” (uno dei titoli che vanno visti, tratto dal lavoro teatrale di Michel Marc Bouchard) e dopo il parigino “E’ solo la fine del mondo”, Xavier Dolan torna alla sua prima maniera, parlatissima e urlata (non abbiamo contato lo sfortunato e malriuscito film inglese con Kit Harington e Natalie Portman, “La mia vita con John F. Donovan”). Mathias e Maxime (Xavier Dolan ha voluto la parte per sé) sono amici d’infanzia. Uno fa l’avvocato, l’altro è andato in Australia per sfuggire a una terribile madre (da sempre l’ossessione del regista, questa era alcolizzata e tossicodipendente). Un bacio per niente casto, scambiato per girare un film sperimentale e casalingo, li scombussola un po’.

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