Amore e inganni
La recensione del film di Whit Stillman, con Kate Beckinsale, Chloe Sevigny, Stephen Fry, Xavier Samuel (Rai Play)
Incantevole ricupero della Jane Austen allegramente perfida di “Lady Susan”, romanzo epistolare scritto nel 1794 (uscì postumo nel 1871). Aveva 19 anni e un gusto per l’intrigo che pende verso “Les Liaisons Dangereuses”. Lady Susan è una vedova, in visita a Churchill dalla famiglia del marito. Ha una figlia da sistemare, a quel tempo le ragazze i soldi o li sposavano o li ereditavano. Cerca una sistemazione anche in proprio, ma un piccolo scandalo ne macchia la reputazione. Deve vedere la sua migliore amica di nascosto (il marito, che tiene i cordoni della borsa, minaccia di rispedire l’amica nel Connecticut, dovesse disobbedire). Per questo si scambiano lettere, lasciando fuori scena gli avvenimenti principali. E naturalmente non ci possiamo fidare di quel che dicono: i punti di vista sono parziali (quando va bene). Quando va male, un racconto ben fatto cambia a posteriori gli avvenimenti e prepara il terreno per altri inganni. “Love & Friendship” era il titolo scelto da Whit Stillman per il film, che ripropone la coppia Kate Beckinsale e Chloe Sevigny: deliziosamente a loro agio nel Settecento inglese come lo erano in “The Last Day of Disco”, anno 1998. Sempre di accenti, abiti eleganti e riti della tribù in fondo si tratta. Menzione speciale all’attore Tom Bennet, ovvero il corteggiatore ricco ma totalmente idiota, convinto che i comandamenti siano dodici – “Quali dobbiamo cancellare?”. Girato il film, il coraggioso Whit Stillman ha scritto “Amore e inganni ovvero Lady Susan Vernon di Jane Austen finalmente vendicata” (Neri Pozza). Tesi: Lady Susan non era cattiva, è la zitella stronza Jane Austen a dipingerla così.
“Glicked” o “Wickiator”