Fedez e gli altri. Tra vintage e zuppe riscaldate, che noia questi tormentoni estivi

Ginevra Leganza

Nelle musiche italiane, a giugno, quasi ovunque manca il tocco di eros. La tendenza è nel ritorno a un’età dell’oro che però non luccica. L’effetto è piuttosto sgranato e l’atmosfera tristanzuola. E alla fine si salvano i soliti sempreverdi, i Jovanotti e i Cremonini

Fedez, Pinguini Tattici Nucleari, Matilda per Elisa, Tommaso Paradiso, Elodie, Jovanotti, Cesare Cremonini. Il mese di giugno segna l’alba di un anno nuovo. In quel loop che per tre mesi s’incista nelle orecchie, è il momento dei tormentoni. Perché non c’è che una stagione, con tutte le altre che le ronzano intorno. Eppure quest’anno, stando a versi, video e melodie, più che di granita si è in odore di zuppa riscaldata. Fra guerre e malattie, c’era bisogno di vita fresca. Invece no. Nelle musiche italiane, a giugno, quasi ovunque manca il tocco di eros. In compenso, c’è un certo residuo di thanatos.

 

Da poco più di una settimana è tornato Fedez. Il prevedibile, l’immancabile. Il rapper che non si capisce a chi piace: se alle adolescenti vecchie dentro o ai ragazzoni stagionati fuori. Prevedibile in tutti i sensi, comunque, giacché segue il tracciato dell’anno scorso. Dopo la piscinetta anni Sessanta di “Mille”, si ripropone a bordo di una Lambretta in Romagna, sullo sfondo di una colonia fascista. Di nuovo cuffie da vasca e jingle vintage. Ma al posto di Orietta Berti e del biascicante Achille Lauro, si fa strada in compagnia di Tananai e Mara Sattei. Doveva essere l’alba di un giorno nuovo, giugno, e invece per quest’anno è tutto un non cambiare-stessa solfa-stesso mare. Non a caso il tormentone in questione s’intitola “La Dolce Vita”, della serie: idee zero, ma mi tocca. È il senso del vintage come espediente per camuffare il sonno dell’arte…

 

Simile strategia è quella usata dai Pinguini Tattici Nucleari, che con “Giovani Wannabe” evocano figli dei fiori, letture freudiane e armonie da 883. Allora viriamo e cerchiamo l’estate in Matilda De Angelis, l’attrice che nel 2018 ci regalava un’esplosione di sale e feste in spiaggia con l’indimenticabile “Felicità puttana”, cantata e suonata dai Thegiornalisti. Quest’anno, invece, fa coppia con Elisa in “Litoranea”. Nel video le amiche sono a Cannes. Qui, non tirano più vitalismi post-adolescenziali e auto sfreccianti di Tommaso Paradiso. Le due, vestite da suore laiche – blazer e jeans – si avventurano in malinconiche passeggiate fra le palme della Costa Azzurra. Il vertice trasgressivo, in questa Cannes senza glamour, è la pedalata in risciò. E lo stesso Paradiso, divorziato da Matilda, perde energia: con “Piove in discoteca” ripiega sul suo solito romanticismo vanziniano.

 

Insomma, la tendenza dell’estate è nel ritorno a un’età dell’oro che però non luccica. L’effetto è piuttosto sgranato e l’atmosfera tristanzuola. Non solo vintage, comunque. A proposito di espedienti, in mancanza di fantasia, il fondoschiena funziona sempre. Prometteva bene un titolo: “Bagno a mezzanotte”. Ma nel video non si vedono bagnanti e neppure la luna. Protagonista è il corpo perfetto di Elodie, che col suo lato B rimorchia 16 milioni di visite su Youtube. Il punto, però, è che di solo culo non si vive mai. E infatti di erotico, estivo e sognante c’è quasi niente. Tutto è spento: la musica grigia, il video in bianco e nero...

 

Alla fine la morale musicale è che per trovare qualcosa bisogna andare da quelli sempreverdi. Dai grandicelli. “I love you baby” di Jovanotti e “Chimica” di Cesare Cremonini sono le sveglie che suonano l’estate. Niente malinconia, nostalgia mai in eccesso, voglia di scatenarsi, belle giacche e desideri tangibili. Insomma, se la progenie è sterile bisogna tornare ai padri per cavare un accenno di tormentone. Perché il ritmo è linfa della stagione estrema che cade, prostrata in riposi enormi. Ed è giusto una canzoncina che dà oro ai più vasti sogni. Non ci sono tormentoni di Natale o Carnevale. Ma solo d’estate. Per questo il vintage non basta e bisogna impegnarsi di più. Perché è nel solstizio prossimo che tutto nasce e tutto muore. E nella musica, come nella vita, esiste quasi solo l’estate.

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