Foto dal profilo FaceBook "Sergio Colantuoni"

Il foglio della moda

Meglio curare ristoranti che sfilate

Sergio Colantuoni: dallo styling alla ristorazione, valorizzando luoghi senza sprechi. Da Palazzo Grassi a Venezia al Bar Mazzara di Palermo

Da qualche tempo Sergio Colantuoni, professione lifestyler, di cui mezza Italia segue con attenzione la creatività negli allestimenti delle pagine di cucina di “Io Donna”, ha concentrato le proprie attività sui ristoranti, le caffetterie eleganti. Per anni si è interessato a progetti fieristici, curando per esempio l’attività tematica di Pitti Uomo, molto a lungo, e di altri allestimenti effimeri. Ecco, “effimero” è l’aggettivo da non usare più con lui. “Apprezzo parecchio le sfilate che, come accadeva un tempo, non costruiscono e ricreano ambienti spettacolari (e il pensiero vola all’astronave funzionante fatta costruire da Karl Lagerfeld al Grand Palais per una sfilata di Chanel del 2017, ndr), ma sfruttano la bellezza dei luoghi senza alterarla, penso alla sfilata di Vuitton sul Pont Neuf, a quella di Alaia sulla passerella pedonale fra i Musée d’Orsay e il Louvre in cui ci si portava anche la sedia pieghevole, finita la presentazione op, tutti a casa. Lo spreco di materiale mi mette l’ansia”. Per questo, e per via di quello “stile di vita che ormai è cambiato quasi in via definitiva: mangiare al ristorante costa meno che farlo a casa, per questo bisogna offrire locali eleganti ma affettuosi” accetta invece volentieri i progetti di riallestimento di spazi di ristorazione. Da poco ha completato il riallestimento del bistrot di Palazzo Grassi a Venezia, oggettivamente uno dei posti più tristi della Laguna prima del suo passaggio. In questi giorni è a Palermo, la conca di ogni devastazione piromane estiva ma sempre combattiva e bellissima, per il restyling dello storico bar Mazzara di via Magliocco dove Giuseppe Tomasi di Lampedusa aveva un tavolo riservato e dove scrisse alcune pagine del “Gattopardo”. In quei locali riaprirà il Charleston, indirizzo di riferimento dell’alta cucina, che prima della sede a Mondello avviò proprio in quei locali l’attività. Aveva lasciato il centro storico nel Duemila, vi ritorna due decenni dopo. Apertura prevista in autunno.

Di più su questi argomenti: