Nelle stesse ore dell'affaire Alfa Romeo, una delegazione di Cna Toscana incontrava una delegazione francese per lavorare a un "piano moda" congiunto. Questo perché i problemi della moda sono ignorati dai giornali e dal governo, ed è un grosso problema
Per farsi un’idea del livello di smarginatura dell’affaire Alfa Romeo “Milano” e dell'incongruenza di certe azioni di Adolfo Urso rispetto al mondo degli affari e dell’industria in generale, basti dire che nelle stesse ore in cui il ministro del Made in Italy accusava Stellantis di violare la legge contro l’italian sounding pretendendo di battezzare con il nome “Milano” un’auto prodotta in Polonia (chissà che cosa dovrebbero fare i nostri marchi di moda che producono in Turchia e Marocco senza mai cambiare nome ai modelli di gonna), una delegazione di Cna Toscana incontrava una delegazione francese guidata dalla ministra delle imprese e del turismo Olivia Grégoire per lavorare a un “piano moda” congiunto volto a rafforzare le rispettive piccole e medie imprese, nell’ambito di un programma di sviluppo produttivo per le nuove industrie ad alto potenziale predisposto dal presidente Macron, ETIncelles (le “eti” sono l’equivalente delle pmi italiane, ma etincelles significa anche scintille, bel nome).
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