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Ramones. Hey! Ho! Let's Go!

Stefano Taddei

Nicholas Rombes
minimum fax, 111 pp., 15 euro

Il punk prima che fosse considerato come noi lo reputiamo oggigiorno, cioè una forma musicale di ribellione estrema verso certa musica pop coeva o precedente. Questo è quello che ha rappresentato l’omonimo debutto del 1976 degli americani Ramones. Il combo statunitense era in circolo da qualche tempo e non era un’oasi nel deserto. C’erano infatti nell’aria varie sperimentazioni che non si accontentavano del presente. Il clima culturale del periodo viene pregevolmente ricostruito nel bel testo di Nicholas Rombes, finalmente tradotto in italiano. Vari sono i collegamenti proposti, sia verso l’ambito delle riviste sia verso altri mondi come le arti visive, la letteratura o il cinema. Gli Stati Uniti, dall’inizio degli anni Settanta, erano in una congiuntura sociale ed economica certamente in declino. Si respirava aria di crisi e decadenza in vari settori, perfino a New York. I Ramones si posero in mezzo a questa situazione mantenendo in fondo un atteggiamento parecchio distaccato, attento principalmente alla dimensione musicale della loro proposta artistica. Il libro riporta alcune affermazioni dei membri del gruppo che testimoniano certamente tale disincanto. Quello che succedeva attorno non poteva però lasciarli completamente isolati. Il punk non era ancora stato particolarmente definito a livello sonoro, rimaneva solo un termine vago utilizzato da alcuni letterati o musicisti come i The Dictators. Aveva cominciato le proprie pubblicazioni proprio all’inizio del 1976 una rivista con tale denominazione e che seguì con dovizia il turbinio newyorchese del tempo. Molto importante, e il libro lo rivela copiosamente, fu la presenza in questa scena di giornalisti che hanno dipinto questo fermento con personali interpretazioni critiche. C’erano inoltre parecchi musicisti underground che scrivevano su riviste che si occupavano del nascente movimento punk. I Ramones fin dal loro esordio si presentarono con un’attitudine che non sarebbe mai più cambiata. Tutto questo ha fatto in modo che il gruppo non sia diventato mai mainstream e ne ha perciò preservato nel tempo la primigenia genuinità. Ciò non vuol dire che non avessero dei riferimenti culturali ma sta a significare che il non essere stati mai considerati tradizionali ha fatto in modo che potessero essere d’influenza per la musica degli anni Ottanta e Novanta senza colpo ferire. Molto interessanti nel libro sono i riferimenti a film del periodo come Taxi Driver ( 1976 ) o Eraserhead ( 1977 ) in cui il punk, anche se indirettamente, pare emergere con peculiari caratteristiche. L’idea poi che tale movimento rappresentato dai Ramones si ponesse sempre e solo preventivamente e indefessamente contro lo status quo parrebbe abbondantemente smentita da certe dichiarazioni dei componenti del gruppo e addetti ai lavori del periodo. La band inoltre era nel giro artistico del periodo che vedeva tra i protagonisti di maggior peso Andy Warhol, Lou Reed e Patti Smith. I Ramones, nella loro proposta, trasudavano di cultura pop ma non vi si ponevano sfacciatamente contro. Con il filtro dell’ironia vi erano immersi e, allo stesso tempo, stavano da un’altra parte. Una certa ambiguità poi si respirava in vari filoni culturali americani del periodo e perciò certi riferimenti al fascismo/nazismo del gruppo sono da leggersi più con leggerezza che come sentita appartenenza politica. Prima della registrazione dell’album i Ramones si erano rodati in infuocati concerti dal vivo. Riuscirono al loro debutto a non far mancare tale impatto e creare qualcosa di personale. Nel libro anche una stuzzicante disamina delle varie canzoni dell’album che si apriva con la chiamata alle armi ripetuta “Hey ho, let’s go”, un frizzo imperituro che ha accompagnato tutta la loro carriera.

 

RAMONES. HEY! HO! LET'S GO!
Nicholas Rombes
minimum fax, 111 pp., 15 euro

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