Foto di Quirinale, via Ansa 

Lettere

Questione di garantismo. Al Csm il Pd ha perso un'occasione

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Falcone ebbe contro non solo la mafia, ma parte della magistratura, della politica, e del Csm. Fra questi Alessandro Pizzorusso, membro laico indicato dal Pci. Fu lui il 12 marzo 1992 a scrivere la famosa lettera sull’Unità “Falcone superprocuratore? Non può farlo, vi dico perché”. Due mesi dopo Falcone fu ammazzato. Ieri dopo 30 anni Roberto Romboli, discepolo della scuola pisana di Pizzorusso, membro laico del Pd, è arrivato in finale per la vicepresidenza del Csm. “Per il Csm Romboli è la scelta di gran lunga migliore di tutto il parlamento”, aveva detto Enrico Letta, della stessa scuola pisana.
Annarita Digiorgio

 

Il Pd avrebbe potuto sfruttare l’occasione gigantesca di mettere a nudo le contraddizioni del centrodestra al Csm proponendo un candidato (una candidata?) trasversale e garantista ma ha scelto di seguire una strada diversa mettendo in campo un candidato poco gradito ai garantisti e molto gradito ai non garantisti. Risultato: dopo trent’anni, il vicepresidente del Csm è un uomo espressione del centrodestra. Avanti così.


 

Al direttore - Prima “il fumo danneggia i polmoni e le arterie” sui pacchetti di sigarette, tra poco “l’alcol restringe il cervello e provoca il cancro” sulle bottiglie di vino. Manca solo “chi guida può morire” sul parabrezza delle automobili. La società globale del rischio (Ulrich Beck).
Michele Magno


 

Al direttore - Da Lilli Gruber l’altra sera Gianrico Carofiglio, ex magistrato ora scrittore di successo, ha voluto spiegare la differenza tra uso e abuso delle intercettazioni. Ha portato l’esempio di un agente di polizia che fa un uso illegittimo della pistola di ordinanza. Il fatto va punito, senza dover disarmare, però, la polizia. Il paragone è convincente tranne che per un aspetto. Per restare nella metafora di Carofiglio si dà il caso che, da noi, nella magistratura inquirente scorrazzino intere bande armate che si avvalgono del potere di privare ingiustamente una persona della libertà, senza doverne rispondere.
Giuliano Cazzola

 

Chissà se arriverà mai il giorno in cui un ex magistrato dica in televisione che la differenza tra uso e abuso delle intercettazioni è un problema che non riguarda la legge ma riguarda la scelta sistematica che fa un magistrato quando abusando del suo potere sceglie di offrire al giornalista materiale irrilevante, utile a rendere la sua indagine notiziabile, utile a garantirsi un posto su un divanetto di un talk-show e utile un giorno a divenire magari uno splendido scrittore di successo.

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