Russi attendono l'arrivo del presidente Putin a San Pietro per l'incontro con Papa Francesco in Vaticano il 4 luglio 2019 (NSA) 

un foglio internazionale

Ucraina, Taiwan e Gaza: perché Papa Francesco è contro l'occidente

Il primo Pontefice proveniente dalle Americhe commette un errore intellettuale e morale non prendendo le misure del cambiamento storico, scrive il Figaro
 

“Fin dalla sua elezione, il 13 marzo 2013, il pontificato di Jorge Mario Bergoglio è stato caratterizzato da una triplice rottura con il passato” spiega Nicolas Baverez sul Figaro. “Anzitutto, ha scelto “una Chiesa povera per i poveri” – i suoi simboli sono il nome Francesco in omaggio a San Francesco d’Assisi e la sua prima visita all’isola di Lampedusa, dedicata ai migranti. Si è impegnato a liberare la Chiesa dagli abusi del clericalismo, evidenziati dalla moltiplicazione di scandali finanziari e sessuali. Si è posto l’obiettivo di costruire una Chiesa veramente universale, traendo tutte le conseguenze della fine del monopolio dell’occidente sulla storia e rivolgendosi al sud del mondo, la cui emersione è stata accelerata dalla globalizzazione e che oggi riunisce la maggioranza dei cattolici di fronte a un’Europa che si secolarizza e a un’America che si radicalizza.

 

Papa Francesco, purtroppo, ha perso il filo del suo pontificato, che si trova ora in una pericolosa impasse. Francesco non è riuscito a imporre la trasparenza sul finanziamento della Chiesa. Le riforme che voleva imporre in occasione dei sinodi per concretizzare i cambiamenti sociali portati dai paesi del nord – rafforzamento del ruolo della donna, ordinazione di uomini sposati, partecipazione dei laici al potere episcopale, benedizione delle coppie omosessuali – sono state contrastate frontalmente dai vescovi dei paesi del sud, riuniti dietro il cardinale guineano Robert Sarah. Il legittimo desiderio di decentralizzare la Chiesa e di orientarsi verso processi decisionali più collegiali si è scontrato con il suo modo di esercitare il potere sempre più solitario e autoritario. Il papa è un’autorità politica, morale e spirituale la cui aura si estende oltre il mondo cattolico. Ed è qui che la deriva di papa Francesco è più preoccupante. Pastore di una religione universale in una storia diventata universale, Francesco ha disegnato un papato senza Europa: nel 2014, davanti al Parlamento europeo, ha denunciato “la stanchezza e l’invecchiamento di un’Europa nonna e non più feconda e viva”, di cui non ha visitato nessuno dei principali paesi – tanto da affermare nel 2023 che sarebbe venuto a Marsiglia ma mai in Francia. Nel corso degli anni, ha contrapposto il papato all’occidente, rivendicando, in nome della solidarietà con il “sud globale”, il fatto di fare il gioco degli imperi autoritari in un momento in cui questi hanno lanciato una grande offensiva volta a sradicare la democrazia. Papa Francesco ha rinunciato alla speranza per predicare il collasso, prevedendo la disintegrazione del capitalismo, la distruzione programmata del pianeta e lo scoppio di nuove guerre mondiali. E attribuisce la colpa di tutto ciò all’occidente.

 

Non contenta di essere sterile, l’Europa viene condannata senza sosta per il suo rifiuto di accogliere incondizionatamente tutti i migranti. La volontà di tagliare i ponti con gli Stati Uniti a causa degli eccessi del capitalismo finanziario e dei tentativi di esportare il loro regime con la forza armata ha lasciato campo libero alla strumentalizzazione della religione cattolica da parte dei populisti nella guerra culturale che sta devastando il paese. Secondo il papa, il ritorno della guerra si spiega con la ricerca di profitti da parte dell’industria delle armi e con il desiderio dell’occidente di esportare la democrazia. Nonostante l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, in violazione di tutte le regole del diritto internazionale, Francesco non solo ha proseguito il dialogo iniziato a Cuba nel 2016 con il patriarca Kirill, asservito a Vladimir Putin, ma ha anche allineato il Vaticano alla narrazione russa.

 

Attribuisce la responsabilità primaria del conflitto all’espansione della Nato e quella della crisi alimentare ed energetica alle sanzioni internazionali. Ne spiega la continuazione con le forniture di armi occidentali all’Ucraina. Sostiene una pace incondizionata attraverso l’integrazione della Russia in Europa, il che equivale ad accettare la pretesa di Vladimir Putin di ricostituire l’impero sovietico (…).

 

Infine, volendo essere soprattutto il papa dei migranti, Francesco mostra scarsa considerazione per i cattolici, che sono le prime vittime del fanatismo dell’indifferenza. Il Mediterraneo è ben lungi dall’essere l’unico cimitero del pianeta. Anche le chiese lo sono. Nel 2023, 365 milioni di cristiani sono stati perseguitati in 78 Paesi, diventando così i primi bersagli della repressione religiosa nel mondo (…). Il primo papa proveniente dalle Americhe commette un errore intellettuale e morale non prendendo le misure del cambiamento storico avvenuto con l’invasione dell’Ucraina, i massacri del 7 ottobre in Israele e l’aumento delle tensioni in Asia intorno a Taiwan. L’occidente non sta più esportando la democrazia con le armi: cerca di garantire la sopravvivenza della libertà politica nel Ventunesimo secolo di fronte agli imperi autoritari”.