(Foto di Ansa) 

Il figlio

Manuale per la perfetta gestione dei debiti e delle ripetizioni

Annalena Benini

Regola numero due: non tornare a casa urlando. Anche se in fondo, perché no? 

E adesso il manuale per la perfetta gestione dei debiti, cioè le materie da recuperare a settembre, cioè le ripetizioni da pagare a giugno luglio e agosto, cioè le vacanze recriminatorie. 
La prima regola è: non dare la colpa ai professori. Sono andata al colloquio a scuola a passo di marcia, decisa a manifestare la mia delusione, il disappunto, il senso di ingiustizia, il maltrattamento, il caldo, il Covid, le mascherine, le email scritte male, le regole privacy punitive, tutto. Pensavo: stai solo attenta a non farla bocciare direttamente. So che succede, ci sono madri talmente insostenibili che  i professori si sfogano sui figli e li bocciano. Pur di non far parte di quella categoria non ho mai detto una parola, ho sempre ringraziato, chiesto scusa e dato ragione, ma stavolta, ah stavolta sì che mi sentiranno. La professoressa di Matematica e Fisica mi ha fatto accomodare su una di quelle seggioline punitive, in cui tutti rimpiccioliamo tranne loro che diventano gigantesche, e mi ha chiesto come sta il ragazzo che dà ripetizioni a mia figlia. Aiuto, in che senso? Non lo so, non l’ho mai visto, forse gli devo dei soldi, forse, professoressa, è suo figlio? A maggior ragione non doveva rimandare, mia figlia, penso ma per fortuna non dico. 
No signora, non è mio figlio, io non ho figli, per carità, ha detto la prof., offesa. 


Ho offeso la prof., cominciamo bene. Offesa perché osavo raffigurarmela dentro un ruolo diverso da quello di insegnante che rifila i debiti a tutta la classe, la prof. mi ha detto che mia figlia, chiamata alla lavagna per recuperare un brutto voto, ha risposto: meglio di no, perché il ragazzo che mi fa ripetizioni si è rotto un braccio e ieri non è venuto. Di me è rimasto solo il vestito sulla seggiolina. La prof voleva sapere se in casa mia esiste un ragazzo con un braccio rotto che spiega, senza grandi risultati, la matematica a mia figlia. Dagli abissi del vestito privo di corpo ho risposto che sì, esiste un ragazzo con il braccio rotto, e che però non è una giustificazione. Se il braccio rotto fosse stato di mia figlia, o anche mio, forse. La prof. diventava sempre più enorme, occupava tutta la stanza. Io, ormai trasformata in un bottone del vestito, sono rotolata via ringraziando e sorridendo da bottone.
La seconda regola è: non tornare a casa urlando che cos’è questa storia del braccio rotto. Non porta buoni risultati, non risolve la questione dell’esame a settembre. Per ogni storia assurda c’è un’assurda giustificazione, per ogni bugia c’è una bugia più seducente. Il ragazzo con il braccio rotto è sparito nel nulla. Mia figlia dice che è per via del braccio ingessato che non spiegava bene.

 

La terza regola è: la mattina ci si alza presto e si studia, così si arriva a settembre con il programma svolto da capo. La prima mattina, alle 8, ho portato la colazione a letto a mia figlia, a causa dei libri che ho letto sul potere della gentilezza. La seconda mattina, anche. Ma mia figlia non apre gli occhi prima di mezzogiorno e il caffè inizia a marcire, e quando si sveglia non è gentile neanche un po’. Ogni volta mi torna in mente il braccio rotto  e rischio di rovesciare il caffè e di rovesciarle il letto. Adesso faccio solo  suonare molte sveglie, faccio entrare il cane e i gatti, spalanco la finestra dove batte il sole e poi vado via, facendo più rumore possibile, sperando di rovinarle la giornata. Dopo circa un’ora ricevo un messaggio: mi hai rovinato  la giornata. Ecco, almeno una cosa è fatta.

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  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.