Ripensare l'amore in età più matura

Lisa Ginzburg

Il dolore è una tigre di carta, e Paola Tavella racconta come si soccombe e come si resiste

“Di cosa parliamo quando parliamo d’amore?”. A un certo momento della vita di una donna madre la domanda formulata da Raymond Carver sorge spontanea. Motore il ciclo biologico – la menopausa e le copernicane rivoluzioni ormonali/caratteriali che porta con sé: allora la vita sentimentale quasi sempre cambia radicalmente. Delusioni, passioni, regressioni che per diversi decenni ti hanno strattonata, alterata, sconvolta, fatto soffrire, eccole addensarsi in un solo quesito, potente e disarmante. Agli uomini e all’amore, quanto di sé si è ancora disposte a dare? Cosa per davvero si chiede ai maschi dopo che il desiderio di maternità è stato esaudito? Il sesso magico di Paola Tavella (Sonzogno, 202 pp., 16 euro) azzarda risposte a domande di questo tenore. Fatta salva la trama fresca, un’autobiografia romanzata con scaltrezza, le idee che volteggiano su questa storia vertono attorno a quel tema per molti versi ancora “inestricato”. Nella mente di una donna madre ora sola, che abbia sufficiente esperienza da non voler più soffrire per gli uomini ma tanta voglia di vivere da non voler rinunciare a frequentarli, fare bene l’amore con loro, regalarsi emozioni del corpo che siano esperienze per l’anima, dove va ad acquattarsi il sentimento dell’amore?

    

“L’idea che tu appartieni a qualcuno e che qualcuno appartiene a te, è finita, ovunque potete vedere che non funziona più”, la protagonista si sente spiegare dal suo maestro di kundalini yoga, Guru Dev Singh, messicano parlante un’“interlingua” (italiano sincopato da continue incursioni di spagnolo). Aprirsi piuttosto a nuove modalità di relazione, libere, prive di possesso reciproco. Accettare piani di rapporto che non sono più quelli convenzionali della coppia né tantomeno dell’istituzione familiare. Smarrita e affascinata la protagonista del romanzo ascolta. In modo controverso e intelligente, come intelligente e controversa è lei, impara non soltanto le pratiche dello yoga: anche a far propria quella visione nuova, rivoluzionaria per quanto minacciosamente intessuta di disincanto. Il traguardo? Un assoluto distacco. Gli uomini non voler più legarli a sé, perché ogni fantasia romantica progettuale mostra la corda di vincolo e controllo, è manipolazione. Coltivare l’amor proprio invece, insieme a una cieca fiducia in possibilità che solo in sé si trovano, mai fuori. Liberarsi così dei pesi degli innamoramenti, come quello (devastante) da lei vissuto per un narcisista perverso a nome Brenno, poligamo e bugiardo come nella peggiore vulgata sui maschi.

    

Non più l’amore come sofferenza causata da sogni di matrimonio naufragati, incagliandosi in passioni/esaurimenti nervosi che trascinano via da se stessi. Godere del solo vero grande tesoro, che sono i figli – soli amori corrisposti e felici, figli adorati, tenuti lontani dalle complicanze delle metamorfosi adulte. Per il resto, il maestro yoga le spiega, convincersi che esiste un unico incontro possibile tra una donna e un uomo. Il “sesso magico”: condividere e dare tutto nel sesso, durante l’incontro dei corpi. Nient’altro dopo o prima. Felicità strappate al tempo, godimenti estatici, fusioni erotiche meravigliose. E ineffabili, perché il mondo del cuore non va nemmeno lambito più. Finiti i batticuori, niente lacrime, né attaccamenti, né gelosie. L’èra dell’Acquario è incominciata, e con lei il “sesso magico”.

    

Sebbene meno avanti nel cammino spirituale, come Paola Tavella io anche ho il privilegio di avere incontrato il kundalini yoga venticinque anni fa, e da allora mai ho smesso di attingere alla miniera straordinaria delle tecniche trasmesse da Yogi Bhajan. La sapienza e la centratura della Paola Tavella praticante e insegnante di questa meravigliosa disciplina non mi sfugge. A colpirmi però del suo romanzo è la domanda che contiene. Una donna madre può davvero imparare dagli uomini a dissociare sesso e amore, e vivere il primo con l’allegria che merita (e il benessere che procura) senza intrappolarsi nelle maglie del secondo? Come risolve la questione chi sia lucida al punto da vederne con chiarezza la difficoltà? Basta rovelli, basta amare troppo, basta subire la poligamia di maschi che fuggono e si sfuggono nel loro rizomatico bugiardo frammentarsi in troppe donne. Noi anche, donne madri, saper prendere la gioia leggera del sesso evitandoci l’intensità pesante dei sentimenti. Già. Chiavi per ripensare come sia l’amore in età più matura, Il sesso magico ne offre al di là della storia che racconta. Soluzioni meno. La risposta, se una ce n’è, di nuovo arriva dalla disciplina dello yoga. “Il dolore è una tigre di carta. Basta resistere, e arrivano le endorfine. E’ questa, la libertà”, Paola Tavella scrive. Elaborare il lutto della dissociazione tra l’eros e il cuore. Resistere: e nella resilienza sentirsi piene di forze nuove. Sodalizi maturi, promesse di un futuro diverso, abitato da uomini e donne complici nelle rispettive dissociazioni interiori: di questo Il sesso magico non parla, ma leggerlo ispira a perseverare, a credere in quel futuro.

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