Gli squilli di tromba di Negri e Travaglio

S’ode a sinistra uno squillo di tromba, con buona pace di Manzoni e della metrica. Venerdì scorso Alberto Negri, reporter di guerra che scrive per il manifesto nonché habitué nei peggiori talk-show di La7, uno convinto che in Italia “senza l’appoggio sionista non fai carriera”, ha presentato su X il grande dilemma: “Trump può dire no a Israele? Ora vedremo chi comanda nel mondo. E sarà chiaro a tutti. Il resto sono chiacchiere”. A destra risponde uno squillo, dopo l’ingresso degli Stati Uniti nella guerra contro l’Iran: “Il vero padrone del mondo”, recitava ieri la copertina del Fatto Quotidiano, con il faccione minaccioso di Netanyahu in primo piano e alle sue spalle, piccolini come caratteristi sul manifesto di un vecchio film hollywoodiano, Trump, Vance, Rubio e Hegseth.

Lo metto subito in chiaro, non sono Totò nel vagone letto e non ho nessuna intenzione di bisticciare con il trombone di Negri o la trombetta di Travaglio, anche perché so in anticipo come reagirebbero le bande in cui i due talentuosi solisti si esibiscono. Dovrei sorbirmi tutto un concertino composto sullo spartito della malafede, con un unico motivetto ossessivo: l’antisemitismo non c’entra nulla, i Savi di Sion ancora meno, la piovra ebraica che stringe il mondo fra i suoi tentacoli di certi vecchi disegni satirici nemmeno a parlarne; dire che Netanyahu è il padrone del mondo è una legittima, circostanziata e razionale critica all’attuale governo di Israele, quello guidato dall’“ebreo ab-errante” della vignetta di Mannelli… e così ad libitum fino allo sfiatamento. E sia. Sono uno spirito costruttivo, io, non amo stare in mezzo alle polemiche, il mio unico interesse è migliorare la qualità della sezione fiati. Vedo che su eBay è in vendita, per centottanta euro più nove di spedizione, una tromba della Wehrmacht in uso durante la Seconda guerra mondiale. E’ un bel cimelio. Chissà, i nostri due musicanti potrebbero contendersela all’asta.   

• Guido Vitiello