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Gran Milano

Quer pasticciaccio strano delle mostre di Milano (tutto tace)

Francesca Amé

Mentre tutte le grandi capitali europee comunicavano le mostre di punta per l’anno che verrà, Milano taceva. Ora i partner, senza i quali il Comune non potrebbe riempire il suo calendario di eventi, si sono fatti sentire

Quer pasticciaccio brutto delle mostre a Milano si è consumato prima delle feste. Il fatto interesserà forse pochi addetti ai lavori, ma in realtà riguarda tutti i milanesi e come spesso accade sono i dettagli a dare senso al quadro. E il nostro è questo: mentre tutte le grandi capitali europee passata l’estate cominciavano a comunicare a gran voce (specie sui loro profili social) le mostre di punta per l’anno che verrà, Milano-place-to-be taceva. O quasi. Domenico Piraina, da lunga data direttore e deus ex machina di Palazzo Reale e dallo scorso ottobre anche direttore di tutto il settore Cultura del Comune, si era lasciato scappare qua e là qualche anticipazione: un progetto con il Musée d’Orsay di Parigi su un confronto diretto tra Cézanne e Renoir, una mostra su De Nittis, un’altra su Munch. Niente di più si è saputo fino al pasticciaccio dei giorni scorsi.

È tradizione che a dicembre, quando arriva  Sant’Ambrogio, Palazzo Marino convochi la stampa locale per l’annuncio in pompa magna della programmazione delle grandi mostre del biennio a venire. Che poi sia successo che non tutte le promesse annunciate siano state mantenute, non è poi forse così importante. Questa conferenza stampa ha rappresentato fin dall’epoca di Letizia Moratti una sorta di rito natalizio, un brindisi culturale atteso, che evidentemente quest’anno non ci siamo meritati. Prima, a dire il vero, c’è stato l’annuncio da parte dello staff dell’assessore alla Cultura, Tommaso Sacchi, di un appuntamento fissato per il 13 dicembre, poi annullato in tutta fretta con un rapido giro di mail che non è passato inosservato. Parafrasando la nota influencer: solo un errore di comunicazione? Perché il sindaco Beppe Sala, presenzialista degli eventi culturali ma in picchiata libera sul gradimento dei cittadini (anche gli alberi di Natale quest’anno remano contro), ha rinunciato a questa ghiotta occasione? Ai giornalisti accorsi a Palazzo Marino per il tradizionale brindisi di Natale (questo non è saltato), Sala ha detto di non aver ancora perso l’entusiasmo, “anche se ogni tanto qualcuno lo insinua” e di certo ha già fatto il save the date per il 29 dicembre, quando il ministro dello Sport Andrea Abodi arriverà a Milano per la spinosa questione olimpica (la premier, dice Sala, arriverà forse nei primi mesi dell’anno).

All’assessore Sacchi, in perenne attesa di una data libera per la conferenza stampa congiunta, non è restato che il taglio del nastro di una nuova sala (bella, va detto: il progetto è di Migliore+ Servetto, con interventi multimediali di Studio Azzurro) del museo di Scienze Naturali di via Palestro. Visto che in Sala Alessi per Natale è arrivato (gratis, per tutti) il bel Battesimo di Cristo del Perugino in prestito dalla Galleria Nazionale dell’Umbria, dobbiamo pensare che la programmazione delle mostre del 2024 la porteranno i Re Magi? Si vocifera che si dovrà attendere ben oltre. Sta di fatto che i partner (cioè, i produttori di mostre) senza i quali il Comune mai riempirebbe il solitamente bulimico calendario di eventi, si sono fatti sentire. La prima a scoprire le carte è Marsilio Arte che da Venezia ha annunciato il suo tris per il milanese Palazzo Reale: Picasso, Mulas, Casorati. Interessante e parecchio engagé la prima della lista, che aprirà a settembre del 2024: “Picasso, lo straniero”, a cura della formidabile Annie Cohen-Solal, indaga “come la condizione di straniero (il pittore di Malaga non ottenne mai la cittadinanza francese, ndr) abbia influito e formato la sua identità”. Anche il Mudec sfodera il suo Picasso (mancato coordinamento?) e da febbraio “approfondisce la relazione dell’artista con le arti primitive” in una mostra negli spazi di via Tortona.  

Per il resto, abbiamo per ora avuto indirette conferme che sì, da febbraio e fino a giugno, Palazzo Reale ospiterà 90 opere di Giuseppe De Nittis, in una grossa mostra di cui la curatela di Fernando Mazzocca e Paola Zatti è garanzia di qualità. Arthemisia, dopo aver fatto il botto quest’anno con Leandro Erlich, tenta in autunno il bis con una mostra su Munch, quello dell’Urlo, mentre Electa confezionerà una monografica su Enrico Baj. A pochi giorni dalla nomina ufficiale di Angelo Crespi alla direzione della Pinacoteca di Brera dopo i due spumeggianti mandati di James Bradburne, e in attesa di capire quando vedremo aperti i battenti di Palazzo Citterio su cui tanto sta vigilando il ministro Sangiuliano, a Milano l’anno (delle mostre) che verrà è ancora tutto da comunicare, o programmare.  

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