La cantante Maria Callas nella sua casa milanese nel 1958 (Archivio storico spettacolo Milano, via LaPresse)  

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Essere la leggenda, la Divina Callas negli scatti di Publifoto

Francesca Amé

Fino al 18 febbraio alle Gallerie d'Italia a Milano millecinquecento fotografie dell Divina tra negativi e stampe vintage, tanto per dare la misura di quanto abbia fatto la gioia di giornali e rotocalchi, da vera influencer ante litteram in una voluta ma sofferta osmosi tra vita privata e pubblica che avrà pochi eguali

Pare impossibile, eppure esistono ancora degli scatti inediti della Divina. A lei che avrebbe compiuto cento anni il prossimo 2 dicembre, Milano dedica, tra questo e il prossimo mese, un nutrito palinsesto di iniziative e se per la ‘Fantasmagoria’ orchestrata alla Scala da Francesco Stocchi dobbiamo attendere ancora una settimana, Maria Callas. Ritratti dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo, a cura di Aldo Grasso, visitabile alle Gallerie d’Italia da oggi e fino al 18 febbraio, è proprio una gustosa e a tratti inaspettata entrée. Pareti color carta da zucchero, allestimento essenziale e una linea del tempo che scandisce le date, dal 1 dicembre 1954 al 7 dicembre 1970 (Maria Anna Cecilia Sofia Kalos sarebbe morta a Parigi sette anni dopo), seguiamo la Callas su e giù dal palco, anzi più giù che su, grazie a un’infilata di novantuno scatti in bianco e nero provenienti dall’Archivio Publifoto. Piccolo inciso: Publifoto è stata una gagliarda agenzia fotografica, la prima e più importante nata in Italia negli anni Trenta grazie all’intuito di Vincenzo Carrese. Ha chiuso i battenti nel ’97 e qualche anno dopo, evitandone la dispersione, Intesa Sanpaolo ne ha acquisito l’archivio, che ora è conservato alle Gallerie d’Italia di Torino, il museo dedicato alla fotografia del grande progetto culturale fortemente voluto da Nannini Bazoli e dal direttore per l’Arte e la Cultura Michele Coppola.

L’archivio dell’agenzia contava qualcosa come millecinquecento fotografie di Maria Callas, tra negativi e stampe vintage, tanto per dare la misura di quanto la Divina abbia fatto la gioia di giornali e rotocalchi, da vera influencer ante litteram in una voluta ma sofferta osmosi tra vita privata e pubblica che avrà pochi eguali (decenni dopo, forse, solo Lady D).
L’esposizione alle Gallerie d’Italia di Milano si apre e si chiude significativamente con due fotografie che ritraggono Maria Callas al Teatro alla Scala: nella prima la vediamo seduta in platea insieme ai tre grandi direttori d’orchestra Arturo Toscanini, Victor De Sabata e Antonino Votto, nell’ultima è una semplice spettatrice, osservata speciale sul palco, accanto a Wally Toscanini per la prima de I vespri siciliani di Verga. In mezzo, tanta altra Callas a Milano: eccola al tavolo del Savini, poi nella sua abitazione con la fida segretaria (scatti all’apparenza intimi, di fatto studiati: si è mai rilassata un momento?) e poi ancora alla Stazione Centrale mentre scende con divin sorriso dalla carrozza del treno accolta come oggi sarebbe una popstar e poi ancora che si fa bella nel raffinato salotto della sartoria Biki: in certe foto allo specchio, con quei cappelli a tesa larga e le perle alle orecchie, chissà se si vedeva divina come oggi noi la consideriamo. Alcune foto esposte sono poco note, altre iconiche, tutte sublimi. Annoiata al tavolo con il marito, l’industriale Giovanni Battista Meneghini, non sembra neanche la stessa Maria Callas che pochi anni dopo i fotoreporter avrebbero colto, il 14 maggio del 1962, mentre usciva dal Tribunale di Milano per discutere la vertenza di separazione. L’affaire con Onassis, ghiottissimo per i rotocalchi del tempo, è presto colto dai fotografi, perennemente alle calcagna della Divina: in mostra vediamo non solo le foto veneziane del primo incontro tra i due, ma anche gli scatti che svelarono al pubblico, con un memorabile scoop tra il 3 e il 4 settembre del ’59, la relazione. Riprendono la Divina e l’Armatore mentre si salutano all’aeroporto di Bresso, travolti dal loro insolito destino, e a noi, oggi, paiono le foto più oneste della coppia. Quelle che seguiranno, scatti pacchiani sul mega yacht Christina e ritratti mondani tra Portofino e Montecarlo (vicino a una Grace Kelly di sovrumana bellezza) sembrano studiatissimi “fuori scena” per sedare l’ipertrofico ego di Onassis e le ansie della Callas. Immortalata tra i grandi del suo tempo – in mostra a Milano le vediamo tra gli amici Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Franco Zeffirelli, e naturalmente con l’amato Pasolini – Maria Callas soverchia tutti. L’“upupa leggendaria” (cit. Alberto Arbasino) in ogni foto è ingombrante, magnetica, Divina.

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