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GranMilano

M1 e M5 sono un disastro. Prolungamenti fermi da anni

Giovanni Seu

Pasticci in regione, ritardi in comune e soldi bloccati. Una situazione molto pesante per l’area metropolitana, perché perpetua la congestione della mobilità che dalla Brianza transita a Milano e viceversa

Come insegna M4, arrivata a metà dell’opera con l’apertura di San Babila, quando si progetta una metropolitana si sa quando si inizia ma è arduo prevedere la fine. Un precedente che non ha impedito all’associazione HQMonza di definire “kafkiana” la vicenda che vede fermi i prolungamenti della M1 e M5 e, cosa ancora più grave, senza soluzioni che al momento sembrino spendibili. Una situazione molto pesante per l’area metropolitana, perché perpetua la congestione della mobilità che dalla Brianza transita a Milano e viceversa. 

Vediamo i due casi separatamente. Quello della M1 merita davvero il giudizio dell’associazione monzese: i cantieri sono stati aperti nel 2011 con previsione di fine lavori per Expo 2015, poi varie vicissitudini ne hanno rallentato l’opera fino allo stop dello scorso marzo. L’impresa De Sanctis, che si era aggiudicata l’hub della fermata Monza Bettola – di notevole importanza in quanto di interscambio con la M5 –, ha gettato la spugna lamentando gli extracosti insostenibili. Con il risultato che una tratta di appena 1 chilometro e 800 metri con 2 nuove stazioni non può essere conclusa dopo 12 anni di lavori. Il Comune di Milano ha puntato il dito contro l’accordo di programma sottoscritto tra Comune di Cinisello Balsamo, Regione Lombardia e gli operatori privati che ha rivoluzionato la fermata della Monza Bettola prevedendo un centro commerciale con la ferrovia sottostante ma, trattandosi di un accordo del 2017, è ormai acqua passata. Per oggi propone di stralciare il vecchio accordo di programma affidando a un nuovo appaltatore la conclusione della parte pubblica, dopo avere ottenuto i fondi dal governo e dai comuni del territorio, per poi affidare al privato le aree in cui realizzare il centro commerciale. Come spiega l’assessore alla Mobilità Arianna Censi “non siamo responsabili di quanto accaduto perché non abbiamo sottoscritto l’accordo di programma ma ci proponiamo come facilitatori per superare questo momento: abbiamo la disponibilità dell’operatore privato con cui il comune può fare un accordo”. In sostanza Palazzo Marino riprenderebbe la regia sulla Monza Bettola da cui era rimasta esclusa, possibilità che trova in disaccordo il sindaco di Sesto Roberto Di Stefano (Lega): “I comuni vanno coinvolti e Milano, che è il capofila, deve assumersi la responsabilità dei ritardi che hanno avuto varie cause. La De Santis ha realizzato finora il 50 per cento dei lavori ma ci sono 35 milioni di extracosti: si deve fare ricorso ai fondi Pnrr e poi fare una nuova gara europea che richiederà 12-14 mesi”. Ricapitolando: a parte la fermata Monza Bettola ancora in alto mare il resto è completato ma c’è da fare il collaudo.

Sulla M5, invece, siamo ancora fermi al progetto definitivo che dev’essere vagliato dalla Conferenza dei servizi: una situazione sconcertante se si pensa che il primo cronoprogramma prevedeva il progetto definitivo entro il 2021 e la realizzazione dell’opera per il 2026, giusto per le Olimpiadi. Ma si è capito presto che questo traguardo era impossibile. Eppure si tratta di un’infrastruttura del tutto finanziata con 1,250 miliardi  per assicurare alla M5 un prolungamento di  13 chilometri  di tracciato interrato con 11 stazioni che si aggiungono alle 19 già esistenti e che collegano Monza con Milano. “Il cronoprogramma è stato rivisto 3 volte – spiega Mauro Buffa, coordinatore del gruppo mobilità dell’associazione HQMonza –, il Comune di Milano ha chiesto la proroga di 2 anni, sono emerse problematiche sul tracciato che hanno allungato i tempi, poi si sono verificati anche qui extracosti; ma abbiamo avuto la rassicurazione del ministro Salvini sulla copertura da parte del governo”. Nel frattempo, l’associazione ha preparato due esposti, uno all’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione e l’altro al Sifip, il Servizio ispettivo nazionale della finanza pubblica, “per verificare se siamo di fronte o no a una economica, trasparente ed efficiente esecuzione dei progetti e degli appalti”. Quanto ai tempi di consegna oramai è difficile fare previsioni. La convenzione del 2019 stimava in 8 anni i lavori per M5: con l’aria che tira se si terminerà per il 2030 sarà un successo. A patto che nel frattempo si sblocchi la fermata d’interscambio con la M1 Monza-Bettola, in caso contrario salterebbe il collegamento con la M5 azzoppando entrambe le tratte.

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