Il pm Gianfranco Colace (Ansa)

inchieste disastrose

Gli infiniti flop del magistrato Gianfranco Colace

Ermes Antonucci

Il pubblico ministero di Torino continua a collezionare fallimenti. L'ultimo giovedì, quando sono stati prosciolti tutti gli indagati accusati per lo smog in città, tra cui Chiamparino, Appendino e Fassino. Breve antologia. Csm, pronto?

Ora che, grazie all’insistenza del deputato Enrico Costa, è stato istituito il fascicolo per la valutazione del magistrato, contenente tutti gli atti di ciascuna toga, e soprattutto i relativi esiti, sarà interessante vedere come il Consiglio superiore della magistratura valuterà l’operato di un pubblico ministero particolarmente attivo, protagonista di una sfilza infinita di flop giudiziari. Parliamo di Gianfranco Colace, sostituto procuratore a Torino. C’era lui, per capirci, dietro la pazza inchiesta per lo smog a Torino contro l’ex governatore del Piemonte Sergio Chiamparino, gli ex sindaci Chiara Appendino e Piero Fassino, e gli assessori che hanno gestito la delega all’ambiente tra il 2015 e il 2019. Tutti accusati di inquinamento ambientale colposo per non aver adottato, secondo il pm, misure adeguate per ridurre il livello di sostanze nocive nell’aria, causando così la morte di almeno 900 persone. L’inchiesta, unica nel suo genere, si è chiusa giovedì con il proscioglimento di tutti gli indagati in udienza predibattimentale, quindi senza neanche arrivare a processo.

 

Prosciolto anche l’ex assessore Enzo Lavolta, che sempre giovedì è stato assolto anche in un altro processo, anche questo portato avanti da Colace, dall’accusa di corruzione elettorale (dopo la bellezza di sette anni). Due assoluzioni in un giorno: un record per Lavolta, ma anche per Colace. Il pm torinese è ormai abituato a finire sui giornali per le sue gesta fallimentari. A marzo si è conclusa con l’assoluzione di tutti i principali imputati (tra cui Fassino e Antonella Parigi, ex assessore regionale alla cultura) il processo di primo grado, imbastito da Colace, per le presunte irregolarità commesse nell’ambito della vecchia gestione del Salone del libro di Torino.

 

E, ancora, è stato Colace ad accusare di falso elettorale Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera dei deputati, accusa caduta di fronte al tribunale di Torino lo scorso novembre con un’assoluzione piena.

 

Sempre Colace ha condotto l’inchiesta in cui è arrivato a intercettare oltre 30 mila volte (chissà il costo per le casse dello stato) l’imprenditore torinese Giulio Muttoni, accusandolo prima (per otto anni) di associazione mafiosa, e poi, archiviato quel filone, aprendone altri per corruzione, turbativa d’asta e traffico di influenze illecite. Uno di questi filoni, partito nel 2017, si è concluso con un nulla di fatto lo scorso novembre, con la decisione del gip di archiviare Muttoni, il direttore generale di Parcolimpico Daniele Donati e altri sette indagati.

 

Nell’ambito della maxi indagine contro Muttoni, Colace è giunto a intercettare illegalmente per tre anni circa 500 volte l’ex senatore del Pd Stefano Esposito, senza alcuna autorizzazione del Parlamento come invece richiederebbe la Costituzione (articolo 68). Questa attività è stata condannata dalla Corte costituzionale con una sentenza durissima. Ma l’elenco non si ferma qui.

 

Lo scorso dicembre è stata archiviata dal gip l’indagine di Colace sulla presunta turbativa d’asta in relazione alla scelta delle ditte di security impegnate alla prima edizione torinese delle Atp Finals nel 2021. Poche settimane prima si è conclusa, con l’archiviazione di ben 22 indagati, la maxi inchiesta avviata da Colace nel 2016 per falso in bilancio, peculato, truffa e turbativa d’asta sulla gestione dei cimiteri di Torino.

 

Con un’altra indagine Colace era riuscito a ottenere la condanna in primo grado per corruzione di un noto avvocato torinese, Roberto Piacentino, che però nel giugno 2022 è stato assolto in via definitiva da ogni accusa dalla Cassazione. Nel maggio 2022, invece, Colace ha dovuto incassare l’assoluzione di tutti e quattro gli imputati nel processo da lui imbastito per il caso Urban Center.

 

Resta solo da aspettare di vedere quale sarà l’esito della prossima valutazione di professionalità che il Csm riserverà a Colace, mentre si sono perse le tracce del procedimento disciplinare aperto nei suoi confronti per le intercettazioni illegittime contro Esposito
 

  • Ermes Antonucci
  • Classe 1991, abruzzese d’origine e romano d’adozione. E’ giornalista di cronaca giudiziaria e studioso della magistratura. Ha scritto "I dannati della gogna" (Liberilibri, 2021) e "La repubblica giudiziaria" (Marsilio, 2023). Su Twitter è @ErmesAntonucci. Per segnalazioni: [email protected]